Polonia, risveglio ebraico
Era una delle comunità ebraiche più numerose al mondo. Oltre tre milioni di persone e una cultura consolidata. La Shoah spazzò via tutto questo, lasciando pochissimi sopravvissuti. Il regime comunista del dopoguerra complicò ulteriormente la vita ai superstiti. Molti di loro si trasferirono in Israele appena possibile, pochi scelsero di restare. Ma quei pochi oggi possono raccontare di un risveglio ebraico in Polonia. Un risveglio non semplice ma testardo, che sfida anche i fantasmi dell’intolleranza, del revisionismo storico e del nazionalismo. E di questa coraggiosa sfida si parlerà a Genova in un doppio appuntamento dal titolo “Ebrei e Polonia: una storia impossibile?”, organizzato dal Dipartimento di Lingue e Culture Moderne dell’Università, in collaborazione con la Comunità ebraica locale e l’Associazione Italo-Polacca. Lunedì 13 maggio ( ore 19.00 – 20.30 – Ristorante-pub Kowalski, via dei Giustiniani 11) si confronteranno sul tema “Ebrei polacchi: ieri, oggi, e forse domani”, rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova, Ulrico Leiss de Leimburg, console onorario della Polonia, e il giornalista dell’UCEI Daniel Reichel. A introdurli, Laura Quercioli, docente di Letteratura polacca all’Università di Genova. Martedì 14 maggio il direttore della redazione UCEI Guido Vitale presenterà invece in università (Biblioteca Umanistica di Lingue, Piazza Santa Sabina 2, piano terra) Cold War di Paweł Pawlikowski (2018), capolavoro della cinematografia polacca e segno di un ritorno ebraico promettente ma difficile. A introdurre l’incontro, la professoressa Quercioli. Saranno mostrati brani del film, in lingua originale con sottotitoli.