Canetti e il segno di mamma Mathilde
Una narrazione teatrale che illumina la presenza della figura materna nella vita ebraica intrecciandosi alla storia del legame di uno scrittore intenso e analitico come Elias Canetti con la memoria della madre, Mathilde Arditti, di famiglia ebraica di origine livornese. Un percorso che ci porta dai primi anni di vita dello scrittore, nato nel 1905, vissuti sulle sponde del Danubio nella città bulgara di Ruse alle successive residenze europee: da Manchester a Zurigo, da Vienna a Francoforte e a Parigi. A proporre questo suggestivo sguardo lo spettacolo “La vastità della parola mamma. Una madre e un figlio dalla memoria ebraica alla letteratura: Mathilde ed Elias Canetti”, a cura di Emanuela Marcante (voce recitante, pianoforte) e Daniele Tonini (voce recitante, canto, flauto) con la partecipazione di Antonello Lombardi.
Un’immersione nella “vastità della parola mamma”, proposta nelle scorse ore al Museo ebraico di Bologna, che ha offerto la visione di un mondo ebraico variegato e complesso, ricco di scenari culturali e artistici e di personaggi indimenticabili.
(14 maggio 2019)