Ebraica, uno sguardo allo spazio
La scorsa primavera l’attracco sulla luna è fallito sul più bello. Ma con la quasi impresa della sonda Beresheet, che ha subito un guasto quando tutto lasciava immaginare il più dolce dei finali, Israele si è comunque conquistata un posto d’onore nella grande avventura spaziale.
Alzare lo sguardo si può, anzi si deve. A rappresentare questa esigenza è la dodicesima edizione di Ebraica, Festival internazionale di cultura in programma da sabato 22 a mercoledì 26 giugno nel quartiere ebraico della Capitale. Filo conduttore dei numerosi eventi che sono stati pensati è “Space. The final frontier”, tema oggi sviscerato in conferenza stampa dai curatori Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Marco Panella.
Lo spazio, è stato spiegato, “come paradigma fondamentale della relazione tra vita e conoscenza, intorno al quale raccogliere il contributo e le riflessioni di filosofi, intellettuali, scrittori, scienziati e artisti”. Il via di consueto con la Notte della Cabbalà, appuntamento fisso del festival, con un particolare omaggio, nel ventennale della scomparsa, a Stanley Kubrick (cui è dedicata la mostra “2001. Odissea nello Spazio. The Visual Gallery”, che sarà allestita al Palazzo della Cultura). Il segno di un protagonista “che, come nessun altro, riuscì ad anticipare una lettura moderna dei grandi temi del viaggio spaziale e del rapporto uomo-intelligenza artificiale”.
“C’è tanta soddisfazione ad essere qui, in quello che potremmo definire il bat mitzvà del nostro festival. Un risultato che è il frutto del lavoro di una squadra di amici ben rodata, che ha dimostrato competenza, capacità creativa e solidità di valori” ha sottolineato in apertura di conferenza stampa la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello. “Sono emozionata e fiera – ha poi aggiunto – di quel che si è costruito anche quest’anno, in quello che è uno dei momenti di più alta valorizzazione culturale ebraica”.
Di collaborazione proficua ha parlato anche Michele Seguev, addetto culturale dell’ambasciata israeliana, che ha definito il festival “imperdibile” anche per il positivo incontro tra “cultura, tradizione, letteratura e cinema”. In particolare l’invito è stato a seguire l’incontro che avrà per protagonista Eshkol Nevo, tra i massimi scrittori israeliani.
Ariela Piattelli ha inoltre raccontato che, come consuetudine, i curatori del festival si sono prima confrontati con il rabbino capo rav Riccardo Di Segni illustrandogli temi e idee di Ebraica. “Il rav – ha affermato – ci ha risposto con poche ma incisive parole: l’ebraismo è la luna”.
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(18 giugno 2019)