In ascolto – It Ain’t Necessarily So
Il Teatro Regio di Torino ha chiuso la stagione 2018-2019 con Porgy & Bess (musica di George Gershwin su libretto di DuBose e Dorothy Heyward e Ira Gershwin), nell’allestimento del New York Harlem Theatre. Devo dire che mi è piaciuto molto, ho trovato molto d’effetto l’impasto vocale e ottima l’esecuzione dell’orchestra del Teatro Regio diretta da William Barkhymer.
Non parlerò di George Gershwin, nato Jacob Bruskin Gershowitz e della sua “ebraicità”, né parlerò in dettaglio dell’opera che fu rappresentata per la prima volta al Colonial Theatre di Boston nel 1935.
Vorrei soffermarmi un attimo, piuttosto, su un brano in particolare, eseguito nella scena II del II atto: è It Ain’t Necessarily So, in cui lo spacciatore Sportin’ Life cita in modo ironico e con un pizzico di sarcasmo, personaggi ed episodi biblici.
Il brano, eseguito nel corso degli anni da molti nomi importanti della musica americana, come Ella Fitzgerald, Carmen MacRae e una giovanissima Aretha Franklin, ha certamente legami importanti con melodie ebraiche tradizionali (come molti hanno fatto notare), ma oggi vi ho scorto qualcos’altro. È successa una cosa interessante: tanto nel brano Oh Doctor Jesus quanto in questo, It Ain’t Necessarily So, i cantanti hanno cambiato impostazione vocale e il suono classico-lirico ha lasciato spazio a sonorità più simili a quelle dello spiritual e del gospel.
I frequenti richiami alla Terra Promessa lungo tutta l’opera e i riferimenti a Mosè, o al piccolo Davide che batte Golia e a Giona nel ventre della balena sono sicuramente elementi connessi alla cultura ebraica, ma credo rappresentino soprattutto la funzione che la Bibbia rivestì nel processo di formazione ed educazione degli schiavi in America. Dal cosiddetto “catechismo” della domenica nacquero i primi grandi spiritual, origine e radice della musica afroamericana che si sarebbe sviluppata nei secoli successivi e i personaggi biblici divennero figure di riferimento comuni per molti analfabeti che cominciarono a vedere in Mosè il simbolo della salvezza e della libertà.
Credo che Porgy&Bess voglia mettere in scena anche questo pezzo di storia, in cui l’universalità della narrazione biblica trascende tempo e spazio e diventa modello letterario, culturale e musicale.
Maria Teresa Milano
Consiglio d’ascolto: