L’ammissione di Jeremy Corbyn:
“Abbiamo un problema di antisemitismo”

Finalmente anche Jeremy Corbyn, tra i principali artefici di questa deriva, sembra essersene accorto: nel Labour inglese c’è un problema accentuato di antisemitismo. “Le prove sono sotto gli occhi di tutti. I peggiori casi di antisemitismo nel nostro partito hanno incluso negazione della Shoah, stereotipizzazione di figure ebraiche legate al mondo della finanza, teorie della cospirazione che incolpano Israele per l’11 settembre o la famiglia Rothschild per ogni guerra. Si è arrivati persino a sostenere che Hitler è stato frainteso” ha scritto il leader laburista in un messaggio inviato ai membri del partito.
Messaggio che è coinciso con il lancio di un mini sito web che ha come obiettivo proprio una corretta informazione sul mondo ebraico e la lotta a un pregiudizio evidentemente più diffuso del previsto. “No Place for anti-Semitism”, il nome di questo spazio virtuale e della campagna. Vi si sostiene: “L’antisemitismo non ha spazio nel nostro partito. L’odio nei confronti del popolo ebraico non ha spazio nella società inglese”. Il Labour, si annuncia, produrrà materiale didattico apposito. E lo farà nella consapevolezza “che l’odio antiebraico sta risollevando la testa in molte parti del mondo, e il Labour non ne è immune”.
Propositi sicuramente encomiabili, ma che appaiono a molti tardivi. Non si contano infatti ormai le defezioni interne al partito per via delle posizioni estreme assunte in questi anni da Corbyn e da altri esponenti della leadership laburista. “Il Labour divorato dai veleni dell’antisemitismo”: questo il titolo del nostro approfondimento di venerdì 12 luglio, in cui si ripercorrevano le tappe salienti di questa deriva e le responsabilità di chi sta guidando lo storico partito della sinistra inglese in questa fase di particolare criticità e complessità per il Paese (“Brexit entro ottobre” ha oggi promesso Boris Johnson, nuovo leader dei conservatori, che domani si insedierà a Downing Street).
A spiccare la presa di posizione del rabbino capo d’Inghilterra, Ephraim Mirvis, che in un documentario della BBC di recente messa in onda ha affermato: “Per più di tre anni, la comunità ebraica e gli attivisti antirazzisti di ogni provenienza hanno implorato la leadership del Partito laburista di adottare un approccio di tolleranza zero nei confronti dell’antisemitismo. Durante questo periodo si è detto molto, ma si è fatto poco”. Sulla stessa lunghezza d’onda il The Jewish Chronicle, organo informativo degli ebrei inglesi, che recentemente ha scritto: “Un partito seriamente intenzionato a combattere l’antisemitismo, sarebbe lieto di ricevere aiuto. Un partito che dovesse scegliere di rimanere antisemita lascerebbe gli antisemiti al loro posto e attaccherebbe chi cerca di affrontarli. In altre parole, si comporterebbe esattamente come si è comportato il partito laburista”.
Adesso finalmente qualcosa sembra essersi mosso. Ma probabilmente, almeno per questo Labour a trazione Corbyn, ricucire la ferita sarà impossibile.

(23 luglio 2019)