Oltremare – Il Mar Salato
Il nome, Mar Morto, non mi ha mai attratto un granché: perché mai dovrei passare del tempo in un luogo defunto? Per fortuna in ebraico lo chiamiamo Mare di Sale, espressione stranamente molto più indiretta. In una lingua in cui tutto è detto senza fronzoli e introduzioni, in cui titoli ed articoli sono tenuti al minimo causa bisogno di esprimersi con frasi brevi, chiare e semplici e dirette, questo è un caso anomalo. Lo specchio d’acqua che si trova nel luogo più basso sulla faccia della terra, e che ci vuole del coraggio a chiamarlo mare, ma via si sa, qui tutto è più piccolo e quindi vada per il “Mare”, è in effetti soprattutto molto, molto salato. È anche parecchio scivoloso, una volta che ci si immerge, e i minerali contenuti nell’acqua si arenano sulle pelli più o meno sane dei bagnanti. Poi lo sanno tutti, non è possibile ad un corpo umano scendere oltre alla superficie. Fisica, dicono. Resa il fatto che il sale è ciò che impedisce ogni genere di vita al di sotto della superficie che sembra altrimenti quella di un normale lago, e quindi è del tutto logico che sia il sale a dare il nome al mare, e non l’assenza di vita, cosa un filo macabra a dirla tutta. Quanto alla vita in superficie, la cosa richiederebbe studi approfonditi, ma diciamo intanto che andare al Mar Salato (fatto, ho cambiato il nome e fine) durante l’estate non è una cosa per cuori deboli. La temperatura a terra può non essere estrema, ma il peso di tutti quegli strati aggiuntivi di atmosfera è palpabile. Gli umani camminano lenti producendosi in un effetto bradipo del tutto in linea con il peso dell’aria. Ma non tutti. Ho visto coi miei occhi un uomo coraggioso o folle fare jogging alle sette del mattino in riva al mare, e sembrava la scena di un film al rallentatore: ho guardato subito se dalla parte opposta gli correva incontro al rallentatore una ragazza coi capelli al vento, cosa che avrebbe almeno giustificato lo sforzo delle coronarie nel nostro eroe, ma niente all’orizzonte. Ho visto anche cuccioli di umani non rendersi conto del peso dell’aria, e provare a saltellare in piscina davanti a genitori increduli che reagivano con una lentezza biblica. Ecco, per tutti quelli che dicono fermate il mondo, voglio scendere: non c’è bisogno. Basta andare al Mar Salato e restarci per un minimo di 48 ore. Tutto rallenta, e tutto appare meravigliosamente lontano, quando si guarda il mondo da sotto innumeri strati di atmosfera.
Daniela Fubini