Ticketless – Poltrone&sofà
tra politica e storia
Ci si consola scherzandoci su. Come fare altrimenti, di fronte alla catastrofe politica di queste ore? Su Huffingtonpost, Lucia Annunziata ha pubblicato una memorabile cronaca della discussione sorta in Senato a margine delle “comunicazioni” del Premier Conte (“La rivoluzione finisce al mercato del pesce”). Un capolavoro di scrittura umoristica. Fra le osservazioni che mettono a nudo la pochezza dei nostri politici è l’eco delle campagne pubblicitarie che si ritrova nelle loro parole. A Di Maio che chiede il taglio dei parlamentari come un bambino capriccioso chiede un cornetto, risponde Salvini con quel suo ormai esagitato riferimento all’attaccamento alle poltrone, che sembra fare concorrenza allo spot pubblicitario di “poltrone&sofà”.
Vorrei approfittarne per spostare la mira dal linguaggio ripetitivo dei politici al linguaggio ripetitivo degli storici. Spero che il contrasto brutale, di cui mi scuso, serva a porre termine, finalmente!, alla vulgata della “nazionalizzazione parallela”, secondo cui ebrei e italiani sarebbero diventati insieme cittadini. Mi è capitato già di scriverlo un paio di volte, nessuno ci ha mai fatto caso e la litania prosegue invariata in decine di saggi e volumi anche pregevoli. Spero adesso in maggiore fortuna. Nulla è più inedito dell’edito. Il concetto, attribuito ad Arnaldo Momigliano e reso celebre dalla ripresa che nei “Quaderni dal carcere” ne fece Gramsci, va restituito al suo legittimo proprietario e cioè a Benedetto Croce e a una sua famosissima pagina della “Storia d’Europa”, pubblicata pochi mesi prima della breve nota di Momigliano al libro di Cecil Roth.
Alberto Cavaglion
(28 agosto 2019)