Guardando da lontano
È strano cercare di seguire una crisi di governo trovandosi quasi dall’altra parte del mondo e disponendo di internet solo per pochissime ore al giorno che in Italia sono notturne. Le notizie si leggono con alcune ore di ritardo e si ha sempre l’impressione che nel frattempo tutto possa essere cambiato.
A seguire i quotidiani on line si viene a sapere tutto delle dichiarazioni di Tizio e di Caio, che vengono sempre presentate come fondamentali salvo essere annullate da dichiarazioni di segno opposto nel giro di poche ore, si leggono pronostici sulla maggiore o minore probabilità che il governo prenda vita, si legge qualche totoministri e non molto di programmi. In effetti forse è inevitabile che sia così: anche nelle nostre elezioni comunitarie per capire le differenze tra una lista e l’altra è più utile guardare chi sono i candidati che leggere i programmi.
Noto che nei totoministri nessuno pare dare troppa importanza all’istruzione, ma forse se non fossi un’insegnante non le darei molta importanza neppure io perché in questo momento l’istruzione non pare essere un tema che suscita grandi scontri ideologici tra PD e Cinquestelle.
Al di là delle maggiori o minori probabilità che il governo nasca e al di là di ciò che se ne può pensare, devo dire che non mi pare un brutto segno se almeno tra due partiti e almeno per un po’ di tempo agli insulti si sostituisce un dialogo costruttivo. Mi pare anche un buon segno che ci si senta liberi di seguire le procedure previste dalla nostra Costituzione che prevede che sia il Presidente della Repubblica, e non altri, a decidere se e quando s i devono convocare elezioni anticipate. Che si segua la Costituzione e non le mode degli ultimi anni e gli slogan mi pare già di per sé una cosa positiva al di là di come andrà a finire. Spero che questo mio parziale ottimismo non sia dovuto solo alla lontananza.
Anna Segre