La convivenza civile
da riconquistare
C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole. In pochi giorni l’atmosfera si è alquanto distesa e l’aria un po’ rasserenata. Dagli schermi vengono sparate meno invettive e meno inviti all’odio. Si può sperare che il paese ritorni a una politica che non badi solo ad aumentare il peso elettorale dei partiti, ma si preoccupi dei problemi veri della gente. Il lavoro, la difficoltà ad arrivare a fine mese, il futuro dei giovani. E, perché no, l’applicazione di leggi e regole che valgono per tutti allo stesso modo e rendono possibile la convivenza civile, una società in cui il cittadino rispetta ogni altro cittadino e non ne discrimina nessuno. C’è bisogno di parole che uniscono, e non di infuocati discorsi che seminano odio e dividono. C’è bisogno di qualche piccola verità contro il fiume di fake news da cui siamo stati sommersi negli ultimi anni.
Eppure, c’è chi non si rassegna a un clima di pacificazione, perché il clima d’odio rende di più a certa politica. È di ieri, in senso letterale, la discesa in piazza della destra militante che urla e chiede elezioni, contro ogni principio democratico, come fossimo in un paese retto da un regime di generali, intenzionati a usare la democrazia per imporre poi la loro dittatura. Un déjà vu. Manifestazioni di piazza e catilinarie urlate dai toni eversivi, con militanti neofascisti a braccio teso nel saluto romano. Tremano le gambe e il sangue freme nelle vene. La Lega finalmente schierata, senza maschera, accanto al partito post-fascista della Meloni, e ciò, dopo aver manifestato a più riprese la sua vicinanza a Casa Pound. Le posizioni sono adesso più chiare che mai.
Si auspica ora che il Governo e il Parlamento riescano a dare soluzione ai gravi problemi di un paese sospeso sul baratro. E che non sia la soluzione di pochi per pochi. Non si vuol parteggiare per la sinistra o per la destra. E non si tratta di essere ‘comunisti’, come a qualche nostalgico piace apostrofarti per zittirti. Si desidera solo per l’Italia un governo che accolga in sé lo spirito umanitario e che si occupi dei problemi reali e non di quelli che servono a distrarre la gente e a manipolarne la mente e il voto. Ci si aspetta un governo che indichi ai suoi cittadini la via della coscienza e di una nuova religione dell’umanità. E, soprattutto, renda nuovamente possibile la convivenza civile.
Dario Calimani, Università di Venezia
(10 settembre 2019)