Da Odessa a New York, emozioni jazz
Torna a Bologna l’appuntamento con Jewish Jazz, manifestazione organizzata dal Museo ebraico di Bologna, inquadrata all’interno di Bologna Estate 2019, che per quest’anno propone, con illustri ospiti, un itinerario da Odessa a New York. Un viaggio attraverso le varie esperienze musicali ebraiche, che parte da una città simbolo dell’ebraismo est europeo, con la musica dei primi esponenti del klezmer, e passa poi alla riscoperta delle grandi canzoni yiddish del Bund e della Rivoluzione russa, per approdare alla presenza ebraica nella cultura statunitense.
Ad aprire la manifestazione, realizzata con un contributo UCEI e il patrocinio tra gli altri della Comunità ebraica bolognese, sarà stasera alle 21 la performance artistica “Messia e Rivoluzione. Storia e storie del Bund” di Angelo Baselli e Miriam Camerini. Uno spettacolo in cui, si annuncia, “musica e parole si intrecciano, raccontando la nascita del Bund, il suo Giuramento, composto dal drammaturgo ed etnografo Shlomo An’ski, la Marcia dei disoccupati e una canzone che celebra la Rivoluzione d’Ottobre adattando un brano liturgico fino ad allora eseguito solo in sinagoga”.
Ad accompagnare il viaggio musicale, riflessioni dal Talmud, Franz Kafka, Ernst Bloch e Martin Buber e un intervento del giornalista e scrittore Wlodek Goldkorn.
Jewish Jazz proseguirà poi giovedì sera alle 21, con il concerto “Da Odessa a New York” del Gabriele Coen Quartet, che prende le mosse dalle sconfinate terre della Russia zarista di fine Ottocento: in un periodo compreso tra il 1880 e il 1924, quando circa un terzo della popolazione ebraica est europea fu costretta dai violenti moti antisemiti e dai continui pogrom a lasciare la propria terra e cercare fortuna nel Nuovo Mondo, stabilendosi in modo massiccio nel Lower East Side di New York. Il festival si concluderà sabato, sempre alle 21, con “Piano Solo” di Uri Caine, da tempo attivo in progetti musicali che favoriscono l’incontro tra Jazz e Tradizione ebraica. “Uno degli ‘architetti’ più intelligenti e sensibili della musica d’oggi, un geniale alchimista, che compone in modo originale ripartendo dal passato prossimo del grande jazz come da quello più remoto della musica classica, capace di rileggere i repertori di ogni epoca con intelligenza, cultura, humour. Il suo jazz – viene spiegato – è una miscela di musica classica, rock, funk ed elettronica”.
(Nell’immagine Uri Caine)
(10 settembre 2019)