Il volume sul ’38 e la scuola
“Vietato studiare, vietato insegnare”
Oltre 700 documenti che descrivono come il Ministero dell’Istruzione italiana applicò in modo pedante e puntuale le Leggi razziste promulgate dal fascismo nel 1938. “Vietato studiare, vietato insegnare (Palombi Editori)”, curato da Vincenza Iossa e Manuele Gianfrancesco, e frutto di un lavoro di ricerca sugli archivi del Ministero stesso, costituisce un prezioso punto di partenza per riflettere oggi, in modo consapevole, sulla portata di quei provvedimenti.
Già presentato in primavera al Salone internazionale del libro di Torino, il volume varcherà nelle prossime ore anche la soglia prestigiosa della Biblioteca della Corte costituzionale dove a parlarne, nel pomeriggio, saranno (insieme agli autori) il giudice della Corte ed ex Primo ministro Giuliano Amato, lo storico Michele Sarfatti, il direttore della Biblioteca Antonmichele de Tura, alla presenza tra gli altri di Lea Polgar, che fu vittima della legislazione razzista.
Una cornice importante per uno studio che è il risultato di “una lodevole ricerca, attenta e minuziosa, quali sempre più raramente si fanno in questo Paese”, scrive Sarfatti nell’introduzione. “Fatto ancor più raro (e ancor più lodevole) – aggiunge lo storico – è che la ricerca e il volume sono nati all’interno di quella stessa struttura statale che in altri tempi, fascistissimi e funestissimi, progettò, redasse, diramò e fece applicare le leggi persecutorie e il connesso ventaglio di atti applicativi. Oggi essa è democraticamente denominata Ministero dell’Istruzione (e dell’Università e della Ricerca); ieri – sotto il fascismo nazionalista e populista – era denominata Ministero dell’educazione nazionale”.
(19 settembre 2019)