“Costruiamo tutti insieme
la memoria audiovisiva ebraica”

Vecchie pellicole e filmati amatoriali. Quadretti familiari, vacanze, ma anche panorami, immagini di città o eventi pubblici ai quali si è assistito. Testimonianze oggi molto spesso nell’ombra, spesso sottovalutate, rinchiuse in scatole e armadi.
A questo patrimonio guarda “Mi Ricordo-Raccolta film di famiglia della comunità ebraica”, la campagna nazionale di raccolta avviata dall’Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea e dalla Fondazione Cdec in collaborazione con il Memoriale della Shoah di Milano, la Comunità ebraica di Torino, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la Fondazione Museo della Shoah di Roma, il Meis di Ferrara, sviluppando l’intuizione del giornalista romano Claudio Della Seta, autore nel 2014 della riscoperta di un inedito e suggestivo patrimonio filmico, opera dell’avo Salvatore Di Segni. Uno sguardo unico sull’Italia ebraica pre-Shoah, che è stato il punto di partenza per ulteriori ritrovamenti che hanno ottenuto, tra gli altri, il prestigioso e solenne palcoscenico del Quirinale.
La campagna, che ha per oggetto filmati di epoche anche più recenti, è un po’ un’ultima chiamata: “Con il trascorrere degli anni – afferma Della Seta – le pellicole subiscono un inevitabile processo di decadimento cromatico. Si tratta di immagini che stanno letteralmente svanendo. È una lotta contro il tempo quella che ci si augura possa completarsi con la salvaguardia della capacità filmica attuale, grazie alle nuove possibilità offerteci oggi dal digitale”.
“Focus del progetto – aggiunge Della Seta – sono gli anni prima della guerra. Ma dal dopoguerra agli Settanta e Ottanta c’è sicuramente molto materiale che, col passare del tempo, risulterà sempre più prezioso per ricostruire un’epoca. Il messaggio deve essere chiaro: prima che queste testimonianze scompaiano, c’è un solo modo per metterle al sicuro. Contribuire a questa campagna”.
Al centro di questo sforzo un centro d’eccellenza, l’Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea già utilizzato dal giornalista per digitalizzare 38 film del fondo Di Segni. Afferma Bartolomeo Corsini, che ne è il direttore: “Intendiamo operare una conservazione efficace di un patrimonio nascosto, di grandissimo interesse. Uno strumento formidabile per meglio interpretare il nostro tempo. E, in caso di consenso da parte delle famiglie, anche la base per una eventuale divulgazione di quel che si è acquisito verso l’esterno”. Non è il primo progetto legato a una specifica comunità nazionale che ha nel centro di Ivrea il punto di riferimento. Già nel 2017, spiega infatti Corsini, è stato avviato un lavoro dedicato alla realtà valdese. Tutto ha comunque inizio con una call precedente, con tema le memorie di famiglia della popolazione di Ivrea e dintorni. La notevole mole di materiale raccolto, circa 10mila film, ha avuto l’effetto di aprire una strada in cui si inserisce ora il progetto dedicato all’Italia ebraica. “Nostro compito – afferma Corsini – è quello di tutelare, preservare l’audiovisivo. Solo in un secondo momento, se le famiglie vorranno, il materiale potrà essere messo in rete. A monte un lavoro di alta qualità basato sulle competenze che la nostra realtà esprime. Al riguardo, proprio per mostrare come operiamo, mi piacerebbe organizzare dei veri propri tour ebraici a Ivrea. Un passaggio significativo, direi quasi imprescindibile, per dare un ulteriore stimolo a questa raccolta”.
“Il patrimonio che intendiamo valorizzare è inestimabile, anche se in generale non si ha la piena consapevolezza del tesoro che molte famiglie ebraiche conservano nelle loro case. Memorie di famiglia, piccole e grandi testimonianze, che se raccolte e studiate possono permetterci di capire in modo più esaustivo un pezzo di storia italiana, nelle sue diverse espressioni. È un materiale che se non salviamo adesso, partecipando alla campagna, andrà perso” sottolinea Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Cdec. Anche per questo, aggiunge, la pluralità di enti e figure coinvolte, comprese alcune realtà d’eccellenza, è un valore aggiunto. “L’unione fa la forza. È proprio il caso di dirlo”.
Tra gli obiettivi che Luzzatto Voghera si pone c’è anche quello di promuovere una vera e propria campagna di comunicazione e incontro in ciascuna delle 21 Comunità ebraiche italiane, proponendo magari alcuni spezzoni dei filmati raccolti al pubblico. Un’occasione per presentare questa sfida, avvincente e al tempo stesso urgente.
I filmati verranno raccolti a Milano, Roma, Torino e Ferrara (rispettivamente presso Fondazione Cdec di Milano, Memoriale della Shoah di Milano, Comunità ebraica di Torino, Fondazione Museo della Shoah, Meis) e digitalizzati a Ivrea. Si procederà poi alla loro catalogazione. L’obiettivo finale sarà quello di costituire, online, un “archivio di tutti”, che renda consultabile la memoria visiva del Novecento italiano.
Per maggiori informazioni è possibile scrivere a direzione@cdec.it e cinemaimpresa@fondazionecsc.it

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(Nell’immagine un filmato 35mm girato da Salvatore Di Segni nel 1923 durante una gita in Valtellina)

(27 settembre 2019)