La neutralità negata
Ancora una volta veniamo colpiti nel momento più sacro dell’anno, ancora una volta constatiamo di non poter mai essere davvero tranquilli, ancora una volta ci rendiamo conto di non poter essere neutrali. Non potevamo esserlo 75 anni fa e non possiamo esserlo oggi. Certo, l’antisemitismo si annida in tutte le formazioni politiche, ma in alcune più che in altre, e non tutte le ideologie politiche fanno dell’antisemitismo un elemento costitutivo della propria identità. Non fa piacere constatarlo. Sarebbe bello se potessimo combattere il neonazismo perché è un’ideologia aberrante e non perché i neonazisti assaltano le sinagoghe. Sarebbe bello se potessimo decidere di combattere il fascismo perché l’ebraismo è un nemico irreconciliabile del fascismo (come diceva Mussolini, che almeno in questo vedeva le cose più chiaramente di molti ebrei di allora) e non perché il fascismo è un nemico irreconciliabile dell’ebraismo indipendentemente da quello che gli ebrei possano dire o pensare. Sarebbe bello se potessimo decidere spontaneamente di combattere il razzismo semplicemente in nome dell’uguaglianza tra tutti gli uomini e non perché i razzisti se la prendono sempre anche con noi. Sarebbe bello se potessimo votare liberamente in base alle nostre opinioni e non fossimo costretti ogni volta a uno slalom tra le dichiarazioni antisemite dell’uno e quelle antisraeliane dell’altro. Sarebbe bello se fossimo liberi di non andare al raduno di un partito perché quel partito non ci piace e non perché sappiamo che lì gli ebrei non sono graditi. Sarebbe bello se le istituzioni dell’ebraismo italiano non fossero continuamente costrette a prendere posizione. Sarebbe bello essere lasciati liberi di pregare in pace, di vivere in pace e anche – perché no? – di litigare tra di noi in pace. Sarebbe bello, ma il giorno in cui tutto questo sarà possibile non è ancora venuto, e, anzi, sembra allontanarsi sempre di più.
Anna Segre, insegnante
(11 ottobre 2019)