Astensioni e ipocrisie
Era il 4 ottobre del 2018 (13 mesi fa) e alla Camera dei deputati si discutevano e votavano diverse mozioni proposte da destra, dal centro e da sinistra relative all’urgenza di una condanna del fenomeno antisemita in Italia e in Europa. La mozione principale recava la firma di Mara Carfagna (FI), e ad essa si aggiungevano quelle del collega Fiano (PD), e poi di Lollobrigida (FDI), Carbonaro (M5S) e Belotti (Lega Nord). Intervenne il governo, ci fu un’ampia discussione e sostanzialmente l’intero emiciclo da Fratelli d’Italia al PD passando per Lega, Forza Italia e M5S si trovò unito (pur con diverse sfumature) nel segnalare con allarme il fenomeno e chiedere di agire nel presente ponendo in essere gli strumenti legislativi e culturali necessari per contrastarlo. A distanza di pochi mesi di fronte alla proposta di istituire una commissione parlamentare in coerenza con gli esiti di quel dibattito l’intera destra si astiene dimostrando di guardare con preoccupazione all’attivazione di questo importante strumento di vigilanza. Qualcosa è cambiato, ma cosa? Mi limito a osservare alcuni elementi. Primo, l’antisemitismo è ritornato ad essere in Italia terreno di scontro politico, a distanza di 81 anni dall’emanazione delle leggi antiebraiche. Secondo, la violenza verbale viene considerata esplicitamente da una parte dello schieramento politico un valore da salvaguardare, nel nome della libertà di parola e di pensiero. Terzo, l’ipotesi per cui la sola e più pericolosa matrice dell’antisemitismo oggi sarebbe quella islamista (un fenomeno peraltro vero e allarmante) non regge più, alla luce degli altrettanto gravi attacchi antiebraici condotti in tutto il mondo negli ultimi mesi dall’ultradestra xenofoba, sovranista, bianca e pseudocristiana. È di conseguenza entrata in crisi la retorica di destra che sbandiera un’amicizia a Israele intesa ad anestetizzare le evidenti pulsioni antisemite ancora ben presenti nella pancia degli eredi del fascismo. L’antisemitismo che un anno fa poteva comunque essere un terreno di azione comune (io mi occupo degli odiatori islamisti, tu continua pure a pensare che i più pericolosi siano i fascisti, tanto ormai quel fenomeno è relegato nel buio della storia passata) oggi diventa invece terreno di scontro. Era inevitabile. L’antisemitismo – lo andiamo scrivendo da tempo – è un linguaggio politico moderno di grande efficacia e non può essere relegato a una ipotetica Memoria da guardare con rispetto e da celebrare in retoriche cerimonie ufficiali. E’ una macchina complessa, esiste e cresce, e quando entra nell’agenda politica non può che generare divisioni, che sono frutto di ideologie ancora ben presenti. Il fatto è che né a destra né a sinistra si è fatto mai veramente i conti con quel che è stato (e spesso è) l’antisemitismo nei diversi schieramenti. Sarebbe interessante se questa nuova commissione parlamentare potesse diventare uno strumento utile a fare un po’ di chiarezza veramente e che tutti trovassero finalmente le risorse per guardare in faccia quel mostro senza ricorrere a scappatoie, affrontandolo per quello che è e espellendolo finalmente dal nostro presente.
Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC