La Memoria minacciata
Faticosamente costruita nella seconda metà del secolo scorso, la Memoria della Shoah era divenuta il fondamento di un’etica condivisa, tale da consentire la difesa contro qualsiasi riemergere dei totalitarismi e il saldo ancorarsi ai valori dell’uguaglianza, della libertà, della cittadinanza, del rigetto del razzismo, della tutela delle minoranze: tutti valori che si presentavano in diretto conflitto con quelli della guerra di Hitler, diametralmente opposti alle ideologie che avevano portato allo sterminio degli ebrei d’Europa. Quello che è successo nei giorni scorsi al Senato rappresenta la fine di questa condivisione. La Memoria della Shoah, dopo molti tentativi, è stata per la prima volta nel nostro Paese messa radicalmente in discussione. Ciò che ci è stato detto è che essa, con i suoi valori, non rappresenta più la base dei nostri principi, della nostra etica. Altro che timori per la libertà di opinione o per l’uso del termine nazionalismo! Quel che ci si propone è molto più radicale e profondo di ciò che è stato fatto finora, dei vessilli sventolati in pubblico della Repubblica di Salò, principale artefice della deportazione degli ebrei italiani, della rivalutazione crescente di Mussolini, del razzismo dilagante. La strada è ormai aperta a che anche l’antisemitismo diventi un’opinione lecita e condivisibile.
Anna Foa, storica
(4 novembre 2019)