Italia, fuori e dentro gli stadi
servono risposte al razzismo

rassegnaI cori razzisti a Verona contro il calciatore Mario Balotelli hanno riaperto il dibattito sul problema del razzismo nel calcio e non solo e sulla necessità di prendere misure serie. Misure contro personaggi come il capo ultrà del Verona legato a Forza Nuova che in un’intervista radio ha sostenuto che “Balotelli non potrà mai essere del tutto italiano”. “Qua amici miei non c’entra più il calcio. State insinuando situazioni sociali e storiche più grandi di voi, piccoli esseri. Qua state impazzendo, svegliatevi ignoranti, siete la rovina”, la replica di Balotelli (Corriere), a cui è andata la solidarietà, tra gli altri di Liliana Segre. E intanto Repubblica parla di un “passaparola tra colleghi della serie A di Balotelli, di colore e non solo: sono pronti a schierarsi al suo fianco, lasciando il campo di fronte al prossimo episodio di razzismo”. Un’idea rilanciata sul Corriere della Sera dal collega Adam Smulevich, autore assieme a Massimiliano Castellani, del libro Un calcio al razzismo (Giuntina). Di fronte a nuovi ululati razzisti, “i calciatori dovrebbero abbandonare il campo tutti insieme. Magari fioccherebbero le multe, ma il gesto lascerebbe il segno”, spiega Smulevich al Corriere, che annuncia l’uscita sul numero di novembre di Pagine Ebraiche di un dossier dedicato proprio a calcio e razzismo.

Verona, il razzismo e la politica. Diversi quotidiani parlano delle reazioni del sindaco di Verona Federico Sboarina (Gazzetta dello Sport, La Stampa, Corriere) che invece che denunciare i tifosi razzisti del Verona (20 secondo la procura federale quelli che hanno fatto gli ululati a Balotelli), parla di “notizia che non esiste, montata e costruita”. Per Avvenire potrebbe essere la chance di Verona per diventare “la capitale dell’antirazzismo” ma Repubblica e Stampa ricordano la fitta rete dell’ultradestra, fiorita nel tempo in città. Per Luigi Manconi (Repubblica) l’episodio di Verona deve essere l’occasione per una vera riflessione sul razzismo in Italia, al di là delle banalizzazioni. Nel mentre, il leader della Lega Matteo Salvini sceglie di stigmatizzare il comportamento di Balotelli (Stampa) ma auspica di incontrare la senatrice a vita Liliana Segre (Corriere).

Genova in marcia contro l’antisemitismo. Quattromila persone hanno partecipato alla Marcia della Memoria organizzata dalla Comunità ebraica di Genova, dalla Sant’Egidio e dal Centro Culturale Primo Levi. “La politica deve assumersi la responsabilità: deve scegliere se lasciare che il clima d’odio cresca”, il monito del Presidente della Comunità ebraica Ariel Dello Strologo, citato da Repubblica Genova, che sottolinea l’assenza “di tutte le linee della Lega, a parte, unico, il consigliere del Municipio Centro Est, con fascia, Marco Ghisolfo. Neppure Fratelli d’Italia si è vista”. Dalla sinagoga è invece intervenuto il rabbino capo Giuseppe Momigliano che ha sottolineato come “il linguaggio dell’odio è il sintomo del malessere della società” (Secolo XIX).

Antirazzismo, la lezione dei giovani. Il Corriere dello Sport riporta l’iniziativa di una squadra lombarda, l’Aurora Desio, di scendere in campo con i volti dipinti di nero in solidarietà con il compagno insultato per il colore della pelle dalla madre di un altro bambino. A proposito di razzismo, su Repubblica Milano la proposta di introdurre una tassa sul razzismo a firma di Davide Romano.

Usa: voleva colpire una sinagoga, fermato. Un 27enne suprematista bianco e membro del KKK è stato arrestato dopo aver confidato a un agente sotto copertura di voler avvelenare i membri della seconda sinagoga più antica del Colorado e di aver pagato una persona per mettere dell’arsenico nelle tubature dell’acqua della struttura. La notizia in Italia è riportata in breve da Avvenire.

Contro la Segre, senza vergogna. Si continua a parlare della Commissione voluta dalla senatrice a vita Liliana Segre, a cui la Comunità ebraica di Milano ha espresso la sua solidarietà incondizionata dopo gli attacchi ricevuti in questi giorni. Su Repubblica, Francesco Merlo afferma che il fatto stesso che la Commissione sia identificato con la Segre “frantuma l’idea” che “possa nascondere e proteggere l’antisemitismo coltivato a sinistra o quello di matrice islamista e aggredire solo l’antisemitismo coltivato a destra. Eppure è questo l’alibi di chi non ha applaudito e non ha votato la commissione”. E di chi la ha attaccata come il segretario della Lega di Lecce, costretto a dimettersi dopo gli insulti a Liliana Segre (Repubblica Bari) che lui, pur scusandosi, chiama “solo (Corriere del Mezzogiorno), o come la coordinatrice di Forza Italia a Portogruaro che in un post delirante afferma che “La Segre dovrebbe solo vergognarsi, forse qualche ebreo dovrebbe ricordale che non tutti hanno avuto la fortuna di salvarsi e strumentalizzare fa schifo” (Corriere del Veneto).

Commissione Segre, Nirenstein corregge il tiro. Sul Giornale, Fiamma Nirenstein interviene con una lettera che appare nella pagina dei lettori per dissociarsi dal titolo che il quotidiano aveva attribuito a un suo testo pubblicato il 3 novembre (“La Commissione Segre è inutile: ecco perché”). “Non penso – scrive – che il documento della senatrice Liliana Segre non serva. Come ho scritto e dichiarato, io l’avrei votato, perché combatte la terribile rinascita dell’antisemitismo coinvolgendo le istituzioni”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked