Milano, in piazza per Liliana Segre

Dalla Stazione Centrale di Milano un piccolo fiume di persone si incammina verso Piazza Edmond Jacob Safra 1. Nonostante la pioggia battente, in centinaia si assiepano davanti al Memoriale della Shoah. La distesa di ombrelli piano piano raggiunge quota cinquemila, secondo gli organizzatori. Tutti venuti per esprimere solidarietà a Liliana Segre e per far sapere che “Milano non odia”, come recita il titolo della manifestazione promossa da Bella ciao, Milano!, Anpi e Aned. “Milano dimostra di avere ancora gli anticorpi. Mia madre ha intenzione di continuare la propria attività”, commenta Luciano Belli Paci, figlio della senatrice Segre, presente all’iniziativa insieme ai fratelli Federica e Alberto. Tante e diverse le adesioni, anche sul fronte politico, mentre dal microfono posto davanti al Memoriale si alternano letture di testimonianze – dai racconti dal Lager di Liliana Segre a quelle di Primo Levi – con appelli alla società civile di alzare la voce contro l’odio, il razzismo e l’antisemitismo. “Milano fa dei diritti il patrimonio comune. – le parole in apertura del vicesindaco Anna Scavuzzo – Siamo grati a Liliana Segre per il suo impegno e il suo coraggio. Abbiamo con noi dei gigli simbolo della nostra vicinanza nei suoi confronti, una donna che ci guida con la sua purezza di intenti e la sua determinazione nel contrastare ogni forma di odio, che ha sperimentato sulla sua pelle l’antisemitismo che ancora oggi sentiamo strisciare in modo rivoltante”. Rispetto al pericolo dell’antisemitismo, Gadi Schoenheit, assessore alla cultura della Comunità ebraica di Milano, sottolinea che la minaccia è reale: “Saremmo i primi a non gridare ‘al lupo’, se il lupo non ci fosse davvero”, ha sottolineato Schoenheit portando i saluti del presidente della Comunità Milo Hasbani. “Dalla Danimarca all’Italia, – ha aggiunto – l’antisemitismo è un male che si diffonde a macchia d’olio in tutt’Europa”. “All’ingresso del Memoriale Liliana Segre ha voluto che fosse posta a caratteri cubitali la parola Indifferenza. – ha dichiarato invece il presidente dell’Anpi Milano Roberto Cenati – Noi siamo qui per dimostrare che oggi non siamo indifferenti all’odio”. E così simbolicamente davanti al Memoriale della Shoah, il luogo da cui Liliana Segre fu deportata nel gennaio 1943, i milanesi hanno voluto lanciare un messaggio chiaro contro l’indifferenza e di solidarietà alla loro illustre concittadina.

dr