Pitigliani Kolno’a Festival
a Riklis il premio alla carriera
Ancora uno sguardo sul vibrante cinema israeliano grazie al Pitigliani Kolno’a Festival, rassegna a cura del Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani con la direzione di Ariela Piattelli e Lirit Mash, che è giunta quest’anno alla quattordicesima edizione. Ospite d’onore quest’anno è il regista Eran Riklis, che nell’ambito del festival riceverà il Premio alla carriera come omaggio a quasi 30 anni di lavoro ad altissimo livello. Tra i suoi successi, è stato oggi ricordato nel corso della conferenza stampa di presentazione del festival, in programma dal 16 al 20 novembre a Roma (qui tutti gli appuntamenti), pellicole come Zohar, La sposa siriana, Il giardino di limoni e Il responsabile delle risorse umane.
Un grande nome per un festival che cresce sempre di più, ha oggi sottolineato la direttrice del Pitigliani Ambra Tedeschi. Ad intervenire, oltre alle direttrici artistiche, anche l’addetta culturale dell’ambasciata israeliana Michèle Seguev, Rossana Girardi del ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Domenico Petrolo di Nina International.
“Quindici anteprime italiane, 13 film tra documentari e lungometraggi, tre nuove serie tv da Israele, grandi ospiti, un premio alla carriera e un panel dedicato alle coproduzioni Italia-Israele con le voci dei professionisti dai due paesi. Molti film – hanno sottolineato Piattelli e Mash – guardano al passato dello Stato, offrendone un’interpretazione, altri guardano al presente, affrontando temi e problematiche molto attuali”.
Una prima occasione per addentrarsi nel fitto programma del festival, che si aprirà la sera di sabato 16 con la proiezione (ad inviti) del film “The Unorthodox”, scritto e diretto da Eliran Malka, per concludersi nel tardo pomeriggio di mercoledì 20 con l’assegnazione del Premio Luzzati.
Tra i documentari proposti in questa edizione spicca The Rabbi from Hezbollah, diretto da Itamar Chen, in concorso all’ultima edizione del DocaViv Festival di Tel Aviv. È la storia di Ibrahim Yassin, nato in un piccolo villaggio in Libano: il suo destino sembra quello di seguire le orme del padre, diventando agricoltore e pastore. La sorte, però, ha in serbo per lui qualcosa di diverso, al punto che la morte diventa il suo unico desiderio. Proprio quando sembra che non ci sia più speranza per lui un nuovo corso si impone e Ibrahim diventa protagonista delle operazioni più audaci, pericolose e segrete mai tentate prima in Libano negli anni Ottanta e Novanta.
Il festival, realizzato con il contributo di Mibact, Regione Lazio, UCEI e ambasciata di Israele in Italia e con il sostegno di AcomeA. ospiterà anche un incontro presentazione della prima edizione del progetto MOV(I)E, finanziato dalla Camera di Commercio di Roma in collaborazione con Nina International e la Roma Lazio Film Commission. Il progetto si pone come obiettivo quello di costruire una rete di collaborazione tra diversi attori dell’industria dell’audiovisivo con particolare attenzione alle co-produzioni internazionali. Uno dei focus previsti, è stato annunciato, riguarderà proprio Israele.
(12 novembre 2019)