La luna sul Gobi
Mukden (Hoten in giapponese, oggi Shenyang capitale della provincia di Liaoning nella Repubblica Popolare Cinese) fu sede di un complesso concentrazionario aperto dal Giappone durante la Guerra nel Manchoukuo, stato fantoccio creato nel 1932 dal Giappone a seguito dell’incidente di Mukden (18 settembre 1931, esplosione dinamitarda sulla ferrovia transmanciuriana controllata dal Giappone) e comprendente le 3 province a nord–est della Cina continentale tradizionalmente chiamata Manciuria; denominato Camp Hoten, i prigionieri di guerra erano principalmente statunitensi, canadesi, britannici e, in minor misura, australiani e neozelandesi inquadrati nelle forze britanniche provenienti dai Campi giapponesi di Taiwan o da Manila.
L’11 novembre 1942 il primo gruppo di 1.500 prigionieri arrivò al Campo nord di Mukden (Hoten nr.1) ossia 1.400 statunitensi dopo la caduta delle Filippine e 100 britannici e australiani catturati il 15 febbraio 1942 dopo la caduta di Singapore; l’1 settembre 1943 i prigionieri furono trasferiti in un secondo Campo a ovest di Mukden.
Soprannominata la “Auschwitz orientale”, Mukden fu teatro di atroci abusi e inenarrabili torture puntualmente denunciate dai militari sopravvissuti quali cremazione mediante lanciafiamme o bollitura da vivi, gravi mutilazioni e ablazione di polmoni e fegato; il maggiore britannico Robert Peaty, prigioniero di guerra a Mukden, riportò nel suo diario di inoculazioni ai prigionieri statunitensi di virus per analizzare gli effetti e testare i vaccini.
Mukden fu liberata da truppe congiunte statunitensi e sovietiche il 19 agosto 1945.
Edmund Jones Lilly jr. (nella foto) intraprese la carriera militare entrando nel 1917 nella Officers School presso Fort Oglethorpe, Georgia; nel 1940 fu inviato nelle Filippine in qualità di ufficiale responsabile delle scuole americane e filippine.
Colonnello comandante di battaglione del 57th Infantry Philippine Regiment, nell’aprile 1942 dovette arrendersi alle truppe giapponesi; prigioniero di guerra sopravvissuto alla famigerata Marcia della morte di Bataan, fu trasferito via nave a Takao (Formosa), in un Campo d’internamento militare presso Karenko fino a giugno 1944 e Shirakawa, zona paludosa piena di zanzare malariche.
Nell’ottobre 1944 fu condotto via nave a Moji, nell’isola meridionale di Kyushu, successivamente fu trasferito nella parte nord–occidentale dell’isola dove fu imbarcato a Pusan, in Corea; nel maggio 1945, mentre la Guerra cessava in Europa, fu trasferito a Mukden.
Durante la prigionia Lilly scrisse Notebooks contenenti pezzi musicali e poemi suoi e dei commilitoni Dallas Eligah Hogue, William Albert Lowry e Charles Gurdon Sage; alcuni brani musicali dei Notebooks sono autentici gioielli della letteratura musicale concentrazionaria quali My obsession (presenta una lacuna testuale nell’ultima parte, in calce è scritto Hoten P.W. Camp Manchoukuo August 1945), il capolavoro Moon above the Gobi (subtitolata Cheng–Chiatun, Manchoukuo March, 1945), Golden Gate Serenade di Dallas Eligah Hogue (subtitolata written by P.W. Hogue, Hoten PW Camp Manchoukuo), Lovely Lady (denominata To Dorothy, my Lovely Lady).
Liberato il 10 settembre 1945, Lilly fu trasferito via treno a Dairen e infine giunse sulla nave ospedale per Okinawa e Manila; rimpatriato nel 1950, fu assegnato all’Ispettorato generale presso Fort Sam Houston (Texas) sino al pensionamento nel 1953 (morì a Fayetteville il 28 novembre 1978).
“Io sono uscito dal Lager, è il Lager che non è mai uscito da me”, mi confidò 30 anni fa a Praga il pianista e compositore ebreo ceco Štěpán Lucký, pupillo di Alois Hába arrestato e trasferito a Buchenwald al quale le guardie storpiarono la mano destra; oggi, con qualche sforzo e tanta buona volontà, il Lager potrebbe addirittura uscire dalla porta della Storia del genere umano.
La musica è la chiave per aprire quella porta.
Francesco Lotoro