La grande manifestazione a Milano “Basta odio, parliamo d’amore”
“Siamo qui per parlare d’amore… l’odio lasciamolo agli anonimi della tastiera”. Dal palco in piazza della Scala la senatrice a vita Liliana Segre ribadisce il suo messaggio: basta perdere tempo dietro all’odio, è tempo di cambiare registro. Ad ascoltarla nella sua Milano, oltre 600 sindaci, arrivati da tutta Italia per esprimerle solidarietà e per partecipare uniti alla manifestazione contro ogni forma di odio, antisemitismo, razzismo e discriminazione. “Siete qui con le fasce tricolori a rappresentare non un partito ma un sentimento civico condiviso da amministrazioni di diverso colore unite oggi in questa alleanza trasversale. C’è una grande musica in questa piazza”, le parole di Segre, unica a intervenire all’evento che ha visto la partecipazione di migliaia di cittadini, a fianco dei rappresentanti delle istituzioni. “Nell’Italia degli ottomila comuni c’è un giacimento straordinario di storia che può essere tramandata alla comunità. Una storia che resta relegata a musei, istituti, vie, pietre di inciampo. Sta alla vostra sensibilità far sì che questo giacimento non venga abbandonato”. Per la senatrice è il momento di fare un “patto tra le generazioni”, perché “l’odio si combatte anche tenendo viva la memoria condivisa delle tragedie che le generazioni passate hanno patito, proprio per la predicazione dell’odio. È nell’oblio della nostra storia che passa il messaggio dell’indifferenza. Stasera non c’è indifferenza, ma c’è un’atmosfera di festa, cancelliamo tutti le parole odio e indifferenza e abbracciamoci in un catena umana che trovi empatia e amore nel profondo del nostro essere”. Invoca l’empatia, rievocando Primo Levi, e ricorda ai presenti che cosa significa rimanere indifferenti davanti al destino dell’altro: “Ho conosciuto cosa vuol dire diventare un rifiuto di quella società civile alla quale credevo di appartenere. Ho sentito le parole dell’odio e ho visto con i miei occhi la messa in opera del programma feroce preparato dall’odio. Basta odio parliamo d’amore”.