“Odiare Israele e fare Memoria incompatibile,
ecco perché non parteciperemo”
“Senza scomodare la senatrice Liliana Segre e la sua lezione di stile tenuta in occasione dell’inopportuna e strumentale offerta di cittadinanza onoraria fatta dal Comune di Napoli, ci piace ribadire che ci sono cose che passano e altre che restano, soprattutto nella memoria immateriale della città. Ebbene, iniziative come quella di installare le nove stolpersteine rientrano in quest’ultima casistica. Pertanto, per loro stessa natura non possono prestarsi a equivoci di sorta, soprattutto se in gioco ci sono valori dal significato alto e inequivocabile, come il diritto di esistere per lo Stato d’Israele”.
È un passaggio della lettera con cui la Comunità ebraica di Napoli ha annunciato che non sarà presente alla posa di nove pietre d’inciampo in ricordo dei membri delle famiglie Procaccia-Pacifici-Molco barbaramente trucidati nella Shoah. All’iniziativa parteciperà infatti la neo assessora comunale alla Cultura Eleonora de Majo, nota per le sue posizioni di odio nei confronti di Israele. Un orientamento incompatibile con il suo ruolo come già denunciato a novembre dalla stessa Comunità ebraica, in occasione della nomina, in una nota in cui si ricordava che la neo assessora nel recente passato aveva affermato che il “sionismo è nazismo”, paragonato il premier israeliano Netanyahu a Hitler, definito il governo israeliano “un manipolo di assassini” e gli israeliani “porci, accecati dall’odio, negazionisti e traditori finanche della vostra stessa tragedia”. La stessa aveva poi messo in dubbio il numero di ebrei assassinati nella Shoah ufficialmente riconosciuto.
Esternazioni che hanno fatto propendere per questa decisione. La Comunità sarà quindi assente martedì mattina in occasione della posa ufficiale delle pietre, richieste dai giornalisti Nico Pirozzi e Alfredo Cafasso Vitale. Le nove vittime saranno ricordate in una apposita cerimonia, in programma il 30 gennaio. Un’occasione aperta, si legge, “ai tantissimi napoletani che rifiutano la facile retorica e con essa tutte le forme di strumentalizzazione, convinti che rispettare gli ebrei vivi e le loro istituzioni sia il modo migliore per ricordare quelli risucchiati nel vortice della Shoah”.
La decisione della Comunità partenopea ottiene il sostegno tra gli altri dalla Federazione Italia-Israele, che in una nota sottolinea: “Ripetere, come continua a fare l’assessore de Majo, che antisionismo e antisemitismo sono cose diverse tra loro equivale a mascherare inutilmente il proprio odio nei confronti di uno Stato, Israele, che continua a rimanere unico faro di democrazia in un Medio Oriente infiammato dalle guerre, dagli integralismi e dal pregiudizio”.
(5 gennaio 2020)