Di generazione in generazione / 3
“Lavoro molto sulle carte d’archivio,
per il futuro spero nei giovani”

“Cerco di rispettare le regole, innanzitutto. E poi cerco di usare bene il tempo a disposizione. Anche lavorando sulle carte d’archivio, come ho sempre fatto”. Lionella Viterbo, classe 1931, è una colonna e una delle memorie storiche della Comunità ebraica fiorentina. Ricercatrice e autrice prolifica, da anni si dedica alla ricostruzione delle vicende del passato più o meno recente di questa e altre Comunità. Anche in questo delicato frangente, un impegno che porta avanti con passione e meticolosità. “Sotto gli occhi in questi giorni – racconta – ho una mole di carte relative al ’38, con storie di famiglia in cui sto cercando di mettere ordine. Un servizio che spero possa rivelarsi utile quando, in un futuro che mi auguro non troppo lontano, l’archivio comunitario potrà essere riaperto”. Era una ragazzina quando dovette subire l’orrore della guerra e le persecuzioni. “Allora – ricorda – non avevamo telefono né tecnologia per comunicare. Oggi parlare con gli amici e parenti è pur sempre consolatorio. E io lo faccio molto spesso. Oggi stesso ero in collegamento con familiari in Israele e Nuova Zelanda”. Certo la prova è molto dura. “In guerra vedevamo l’esercito alleato avanzare, o almeno avvertivamo questo fatto. Una fine quindi la si intuiva. Oggi, in questo grande clima di incertezza, l’angoscia ci pervade”. Angoscia che in prossimità di Pesach, suggerisce Lionella, la si può anche declinare con la parola tristezza. “Sarà triste essere da sola. E da sola leggere l’Haggadah. Così non è Pesach, purtroppo. Ma c’è ben poco da fare”. L’invito però è a non perdere la speranza. “La vita comunque va avanti, non bisogna abbatterci ed essere pronti ad altre sfide. Dopo ci sarà tanto da fare e da ricostruire. Mi affido in particolare ai giovani. Spero che possano trarre lezione da questi giorni per cambiare approccio al mondo, diventarne cittadini più consapevoli”. 

(Nell’immagine Lionella Viterbo durante un incontro con una scolaresca nel giardino della sinagoga
di Firenze)

Di generazione in generazione / 2 (Edith Bruck) – “Mi guardo indietro e cerco di farmi coraggio”.

Di generazione in generazione / 1 (Renato Jona, Giovanni Amati, Dina Hassan Amati) – Resilienza ebraica al tempo del Coronavirus

(31 marzo 2020)