Oltremare – La terra
In questi giorni si è visto un po’ di tutto online: cervi a passeggio in centro a Londra con sfondo di bus a due piani, delfini che fanno le acrobazie in laguna a Venezia (ripresi a giugno in realtà, in tempi non sospetti e non coronati), una famiglia di anatre che attraversa con calma immensa la pista di atterraggio al Ben Gurion, capre di montagna in Scozia che si arrampicano sulle siepi e scorrazzano nei giardini di umani in isolamento, e chissà che altro ancora. Ma mentre il regno animale con assoluta naturalezza entra nel nostro mondo di sapiens sapiens grazie alla nostra precaria assenza e annusa, mangiucchia, assaggia le ortensie e tiene ben alta l’attenzione, in caso noi tornassimo in modo inatteso e sicuramente indesiderato, c’è un altro regno che deve fronteggiare la ritirata temporanea del padrone, ed è quello della terra. Da un lato, la primavera fa sbocciare tutto quello che può sbocciare e spennella di verde chiaro tutto quello che durante l’inverno è stato grigiognolo o marroncino, a partire dall’erba del giardino per arrivare a tutti i campi coltivati e non. Dall’altro, la terra lavorata dai sapiens sapiens di cui sopra non è stata avvisata in tempo dei cambiamenti in corso, e ha continuato a produrre ai ritmi pre-corona anche adesso che il fabbisogno della famiglia media si è semplificato e tutti i ristoranti e alberghi sono chiusi da settimane. Tu provaci a fermarlo, il carciofo che ha deciso adesso di uscire dalla giungla di foglie in cui è rimasto per mesi, e appena ha visto il sole ha capito che era ora che qualcuno lo cogliesse. E così, si moltiplicano sui social e sui nostri cellulari le offerte e le vere e proprie richieste di aiuto da parte di coltivatori medio-piccoli che devono trovare il modo di vendere prodotti agricoli al picco della stagione, spesso di primissima qualità, coltivati per essere serviti nei ristoranti e improvvisamente rimasti senza cucine industriali in cui essere cucinati. Tutti promettono consegna a domicilio, spesso gratuita, e prezzi che in altri momenti delle nostre vite normali sarebbero sembrati troppo buoni per essere veri. Planano nelle nostre cucine di casa casse di carciofi, asparagi, ananas, zucche, e il fatto stesso di averle comperate è una mitzvah, tutta da gestire poi nell’utilizzo di cotanti ingredienti, ma sarà sempre meglio un po’ di fatica ai fornelli che pensare tutto quel ben di dio al macero.
Daniela Fubini