Dov’è la famiglia

Valentino Baldacci ha il pregio di scrivere articoli molto stimolanti; dall’ultimo trarrò uno spunto. Egli fa riferimento ai provvedimenti del Governo che limitano la possibilità di contatti con i parenti fino al sesto grado, escludendola per le persone che – ancorché legate da forti vincoli di amicizia – non posseggono questa caratteristica della consanguineità, anche se poi faticosamente si ammettono eccezioni per persone legate dai cosiddetti “affetti stabili”, cioè, pare di capire, per i fidanzati. Ciò, dice Baldacci, per via di una ben precisa concezione dell’assetto sociale che vedeva nella famiglia il centro della propria vita e la seconda è che quel modello di organizzazione sociale era, e in una certa misura lo è ancora, tipica dell’Italia meridionale, dove il clan familiare è stato in passato la forma fondamentale di aggregazione sociale.
Vorrei aggiungervi un’osservazione sul modello di famiglia delineato dalla legge, nella tripartizione fra matrimonio, unione civile (omosessuale) e convivenza anagrafica (omosessuale oppure eterosessuale). Quest’ultima si chiama”convivenza di fatto”, e per l’accertamento della stabile convivenza si fa riferimento, ai sensi dell’art. 1, comma 37 l. 76/2016, alla dichiarazione anagrafica. Ciò sta a significare che la volontà dei conviventi non giuoca alcun ruolo, malgrado alcuni Comuni abbiano tentato, mediante il ricorso ad appositi moduli, di porre in essere un’apposita dichiarazione bilaterale. Non è esclusa, soggiungiamo, la possibilità, prevista dalla legge, di un’iscrizione d’ufficio da parte dell’ufficiale d’anagrafe
Al familismo, che è al cuore della ricerca di Baldacci, possiamo aggiungervi, quindi, lo statalismo. Mentre in Francia è stato introdotto il Pacs (Pacte civil de solidarité) su base volontaria, da noi si è andati incontro al cahier de doléances dei conviventi. Nel 1999 scrissi una monografia dal titolo “Il ritorno della volontà – Bioetica, nuovi diritti e autonomia privata”; il corso degli avvenimenti, però, è andato per un altro verso.
Tuttavia, va dato atto al Presidente Giuseppe Conte di aver inserito fra i congiunti, nell’ambito dei provvedimenti per la pandemia, le persone cui si è legati da uno stabile legame affettivo, distinguendole dai partner conviventi. Certo, rimane il problema, di cui il governo non ha alcuna responsabilità, dell’accertamento di questi rapporti. Per l’avvenire, sarebbe da augurarsi una riformulazione dell’intera materia, se non altro per evitare di essere fuori dal regolamento europeo in materia.

Emanuele Calò, giurista

(12 maggio 2020)