L’accordo Stato-Regioni

Nella notte, dopo un confronto molto teso, è arrivato l’accordo tra Stato e Regioni sul decreto per le riaperture. “Le richieste delle Regioni erano legittime, la soluzione è stata raggiunta nell’interesse del Paese” ha dichiarato, al termine dell’incontro, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Da domani quindi, con molte precauzioni, l’Italia riapre. “Le misure della fase 1 hanno prodotto i risultati attesi, quindi si può ripartire, con fiducia e senso di responsabilità” le parole con cui il Premier Conte ha presentato l’ultimo dpcm. Con una significativa novità. Per la prima volta da molti mesi, sottolinea La Stampa, Conte esce infatti dal piccolo schermo della videoconferenza “e scende in carne ed ossa ad affrontare le domande della stampa nel cortile di Palazzo Chigi”.  
Il mondo della scienza continua intanto a sottolineare l’importanza di comportamenti responsabili. Tra gli altri Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, dice a Repubblica: “Più persone in giro, più contatti sui mezzi pubblici e nei negozi, nelle aziende e al ristorante rendono fondamentale il rispetto delle misure di prevenzione. Altrimenti nel giro di poco tempo ci troveremo a chiudere di nuovo tutto”.
Il Messaggero pubblica una foto della tentata protesta organizzata ieri a Roma dall’estrema destra. “Le ‘mascherine tricolori’ di CasaPound – si legge – sono state bloccate, Identificate e denunciate dalla Digos in via dei Due Macelli e nei pressi di piazza Venezia. L’intento? Cavalcare il malcontento sulla linea dei gilet gialli”.

In Israele oggi è il giorno del giuramento del nuovo governo. Tra i 36 ministri che lo compongono c’è Pnina Tamano-Shata, avvocatessa, giornalista e attivista sociale: si occuperà di immigrazione e integrazione. La prima figura espressione della comunità etiope ad ottenere un incarico di questo livello. Racconta Pnina Tamano-Shata, indicata da Kachol Lavan, in una intervista con Repubblica: “È un momento molto emozionante per tutta la mia comunità e una conquista per tutta la società israeliana”. Dell’accordo di governo tra i due rivali Netanyahu e Gantz invece dice: “L’emergenza Coronavirus con oltre un milione di disoccupati rappresenta una sfida nazionale e ci sono dei momenti, e questo il nostro Paese lo sa bene, in cui l’unità è l’unica strada percorribile. È già successo nel 1967 con il governo Eshkol-Begin e nel 1984 con Shamir-Peres. Nella comunità etiope, in cui sono nata e cresciuta, l’unità è un valore fondamentale”.

Sul domenicale del Sole 24 Ore si presenta l’ultimo saggio di David Bidussa, La misura del potere. Pio XII e i totalitarismi tra il 1932 e il 1948, recensito in anteprima da Anna Foa sul nostro notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24 di venerdì. Nel suo nuovo libro, si legge, Bidussa “è molto chiaro nel suo rifarsi ai dettami della migliore metodologia storiografica – nessun documento di per sé, pur se accertata la sua autenticità, può garantire la verità di un evento accaduto nella storia; ma solo può offrire un utile indizio all’interpretazione di chi avrà la capacità di inserirlo nella molteplicità di variabili convergenti verso la comprensione di un accadimento, nella speranza di avvicinarsi in tal modo il più possibile alla verità mai acquisibile una volta per tutte”.

I morbi infettivi e la ricerca di un nemico. Se ne parla sulla Lettura del Corriere, ricordando come nei secoli spesso la violenza si sia rivolta contro il mondo ebraico. Lo testimoniano, viene spiegato, “gli eccidi di massa di ebrei e lebbrosi nel XIV secolo quando la peste nera imperversava sul continente europeo, mietendo milioni di vittime”. È tuttavia interessante, si aggiunge, “sottolineare come alcuni storici siano dell’opinione che non ci sia una relazione causale diretta tra violenza dell’epidemia e volontà di sterminio di queste categorie sociali, bensì come le ragioni profonde fossero timori religiosi, desiderio di profitto e interessi politici”. In buona sostanza, si legge, “la peste fu l’occasione a lungo attesa per un regolamento di conti”.

I negozianti e la fase due. Il Resto Del Carlino intervista David De Paz, titolare assieme al fratello Dario di uno storico negozio di abbigliamento nel cuore di Bologna. Dichiara De Paz, ripercorrendo la storia di famiglia e le diverse vicissitudini affrontate: “Vestiamo i bolognesi dal 1932, ci chiusero anche per le leggi razziali. Sarà dura, ma vinceremo di nuovo”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(17 maggio 2020)