Oltremare – Sulla battigia
Prime passeggiate con i piedi in acqua, finalmente. Quando si abita a pochi chilometri dalla battigia, è criminale non mettersi i sandali da combattimento, quelli con i quali si possono tranquillamente scalare montagne, e lanciarsi a qualunque sia la velocità permessa sul lungomare. E questo mi accomuna ancora con gli amici telavivesi: appena si può si pianta tutto e si scende fino all’acqua. Nel mio caso, come per loro, la scelta è fra due stili di vita, due diversissimi approcci all’essere accanto al mare. Uno è la marina, che esiste a Tel Aviv anche in forma di Namal, al nord della città, quel luogo a metà fra porticciolo e camminata su pietra o asfalto che permette di vedere e sentire il mare, ma non di toccarlo. Certo le marine, e se ne contano parecchie in Israele, permettono anche di fermarsi a cenare (ormai perfino all’interno dei ristorantini e caffè, e non solo nel dehors). Ma non c’è paragone, ammettiamolo, alla camminata veloce o lenta, mezza corsa o piena di fermate per raccogliere sassolini, mentre il mare si allunga un po’ a tradimento sui sandali e rade al suolo piccoli castelli di sabbia abbandonati da bambini, si suppone, già rientrati a casa. L’ora del quasi tramonto infrasettimanale nelle spiagge a sud di Tel Aviv è tranquilla e si incontrano pochi altri camminatori di varia velocità o intensità. Ma nel bel mezzo dell’idillio, ecco che si delinea il pericolo. A prima vista sembra un sacchetto di plastica fra il bianco e il trasparente spiaggiato a forza di onde e arrivato da chissà dove. E anche fosse un sacchetto di plastica non sarebbe piacevolissimo, lì in mezzo alla sabbia del bagnasciuga, con il tramonto che arrossa il cielo da un lato e le dune chiare intatte, sabbia e vegetazione, che si allungano da Ashkelon fino ad Ashdod dell’altro: un bel pugno nell’occhio nella natura quasi incontaminata. Va bene, parecchio “quasi”. Ma comunque, non è affatto un sacchetto. E’ la prima mega medusa, diametro 40 cm buoni, arrivata in anticipo sulla stagione. Perché davvero, con la primavera da carcerati che abbiamo avuto, adesso finalmente si può arrivare fino all’acqua ed entrarci, e non arrivano le meduse a infestare le coste? Io aspetto ancora la start-up che faccia una crema da sole antimedusa, ma per adesso mi ritiro sulla marina.
Daniela Fubini