Facebook contro gli spot
per Donald Trump:
“Immagine istiga all’odio”
Facebook ha rimosso un’immagine usata dal comitato elettorale che sostiene Trump: un triangolo rosso rovesciato, sovrastato da un messaggio contro le “bande pericolose dell’estrema sinistra”. L’accusa del social network è di istigare all’odio. Il punto, scrive il Corriere, è che quel triangolo ha un significato sinistro. “Fu usato per la prima volta dai nazisti negli anni ’30 per identificare i comunisti. Poi, per estensione, venne appioppato agli oppositori della dittatura, come i socialdemocratici, i liberali, i massoni. Faceva parte, dunque, del ripugnante repertorio inventato per classificare i nemici di Hitler, internati e poi sterminati nei campi di concentramento. La stella di David per gli ebrei, il triangolo giallo e rosso per i politici ebrei, rosa per gli omosessuali, marrone per i nomadi e così via”.
Un abitante della Terra su 97 (quasi ottanta milioni di persone) è in fuga, all’interno del proprio Paese o all’estero. A denunciarlo, riporta La Stampa, è l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Nel rapporto diffuso nelle scorse ore vengono inseriti anche 5,6 milioni di “rifugiati palestinesi, in questa condizione da settant’anni, mentre le prospettive di un accordo di pace con Israele si allontanano”. La Stampa segnala che l’agenzia Unrwa loro dedicata è “sotto attacco da parte dell’Amministrazione Trump”. Nessun riferimento è però fatto dal quotidiano al rapporto non sempre limpido intrattenuto con Hamas e altre realtà del terrorismo palestinese.
Del report Onu parla anche Il Riformista, con un titolo orrendo: “I profughi? Come dieci Shoah”.
Il Venerdì di Repubblica pubblica una ampia intervista allo scrittore israeliano David Grossman. Si parla del suo ultimo libro, ma anche della situazione politica. Come il progetto di annessione di parte della Cisgiordania. “C’è il rischio – sostiene Grossman – di una nuova Intifada. Tutto è stato deciso tra gli americani e il nostro primo ministro, come se i palestinesi fossero bambini senza diritto di parola. È una situazione piena di tensione, come del resto tutta l’esistenza di questo paese”.
Repubblica Milano racconta la storia di un cittadino ivoriano, costretto a letto da un ictus e da un fortissimo diabete, che sarebbe da tempo abbandonato a se stesso. “Unica assistenza continuativa – si legge – quella del Volontariato Federica Sharon Biazzi, gruppo nato in seno alla Comunità ebraica, una trentina di operatori e un centinaio di casi seguiti”.
Su Repubblica è intervistato il sociologo polacco Andrzej Zybertowicz, uno dei principali teorici del sovranismo al potere a Varsavia. Decisamente inquietanti le sue tesi, come il rifiuto della stagione dei Lumi. Qualche anno fa Zybertowicz è stato tra gli autori di un libro dedicato per l’appunto a un presunto suicidio dell’Illuminismo. Come si spiega nell’introduzione all’intervista, l’esaltazione di un “usato sicuro” ancora molto in voga nel suo Paese: “Dio, Patria e Famiglia”.
Il Foglio dialoga con Michael Signer, ex sindaco ebreo di Charlottesville, che guidava la città quando nel 2017 fu presa d’assalto da migliaia di neonazisti e suprematisti. Signer accusa il presidente Usa di irresponsabilità: “Tutte le decisioni di Trump – afferma – sono motivate dalla politica. I suoi sostenitori sono incoraggiati dal suo approccio alla guerra culturale a vedere le statue confederate non solo come reliquie di un passato razzista, ma come simboli del nazionalismo bianco di oggi”.
“La Società non si è espressa contro l’intitolazione di uno spazio pubblico a Giorgio Ascarelli, autorevole e prestigioso membro della comunità ebraica napoletana, personaggio meritevole del ricordo dei napoletani, per il quale si possono individuare altri spazi, ma contro la pratica, frequente negli ultimi anni, del cambio dei toponimi”. È quanto scrive, in un messaggio inviato al Mattino, la presidente della Società Napoletana di Storia Patria Renata De Lorenzo. Negli scorsi giorni il quotidiano aveva riferito degli intoppi che starebbero sorgendo per l’intitolazione del piazzale dello stadio partenopeo alla memoria di Ascarelli, fondatore nel ’26 della locale squadra di calcio.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(19 giugno 2020)