Danzare sui binari
Nell’aprile 1940 il Reich aprì un Ghetto presso la zona nordorientale di Łódź, città polacca annessa al Warthegau e, durante l’occupazione tedesca, rinominata Litzmannstadt in onore del generale tedesco Karl Litzmann che la occupò durante la Prima Guerra Mondiale; dopo Varsavia, Łódź era il secondo più grande Ghetto in territorio polacco occupato o incorporato, ivi confluirono 250.000 civili dei quali 160.000 ebrei provenienti da Germania, Austria, Protettorato di Boemia e Moravia, Lussemburgo e Warthegau nonché 5.000 Roma del Burgenland austriaco.
Nel dicembre 1941 iniziarono i trasferimenti di ebrei e roma presso il Campo di sterminio di Chełmno nad Nerem, entro maggio 1942 un terzo della popolazione del Ghetto fu uccisa e gli omicidi di massa proseguirono sino alla fine dell’estate 1942; nel 1943 il Ghetto fu rimodulato in Campo di lavoro coatto per 75.000 residenti, nell’estate 1944 Arthur Greiser (Reichsstatthalter del Warthegau), liquidò il Ghetto trasferendo la residua popolazione a Chełmno nad Nerem e Auschwitz mentre 900 ebrei furono lasciati nel Ghetto (le truppe sovietiche liberarono il Ghetto nel gennaio 1945).
L’1 marzo 1941 fu inaugurata nel Ghetto la Haus der Kultur, completa di attrezzature professionali, illuminazione e 400 posti a sedere, ivi si tennero oltre 100 concerti cameristici e sinfonici, spettacoli teatrali, di rivista e per bambini; nell’estate 1942 la Haus der Kultur fu chiusa e rimodulata in fabbrica di coperte e cuscini, i concerti continuarono presso la sede del giornale del Ghetto ma nel 1944, in vista della imminente liquidazione del Ghetto, l’autorità tedesca confiscò gli strumenti musicali.
Autentica colonna dell’attività musicale presso la Haus der Kultur, il pianista e direttore d’orchestra Teodor Ryder, già secondo Kapellmeister presso l’Opéra di Lione e direttore della Filarmonica di Varsavia, si trasferì nel 1918 a Łódź dove diresse la locale Filarmonica; nel marzo 1940 fu trasferito con sua moglie presso il Ghetto dove diresse l’orchestra sinfonica del Ghetto e accompagnò al pianoforte cantanti e solisti, nell’autunno 1944 fu trasferito a Birkenau (morì nel medesimo anno).
Il violinista, direttore d’orchestra e compositore Dawid Bajgelman si trasferì a Łódź, ivi suonò nell’orchestra del teatro Zandberg, nel 1928 lavorò presso il teatro di rivista Ararat, scrisse le musiche per le operette in lingua yiddish Dos Skoytn–meydl e Di mume Gnendil di Julius Adler e Di Sheyne Berta di Yankev Vaksman nonché gli arrangiamenti per Der dybbuk oder zwishn zwei weltn di Sholem Ansky e per le operette di Abraham Goldfaden; nel 1940 fu trasferito nel Ghetto, ivi scrisse i canti Kinder yorn, Tsigaynerlid, Makh tsu di eygelekh e Nisht keyn rozhinkes, nisht keyn mandlen.
Nell’agosto 1944 Bajgelman fu trasferito ad Auschwitz (sua moglie Andge Foderman morì nel Ghetto), Jonas Turkov scrisse che Bajgelman portò con sé il violino e i suoi spartiti; successivamente trasferito presso un Campo di lavoro coatto non identificato, morì nel febbraio 1945.
Il 28 settembre 1939 il cantore Yisroel Sabiner, autore di nigunim e leader dell’ensemble vocale Gerer Hasidim, fu trasferito presso il Ghetto di Łódź; morì nel settembre 1940 durante gli incendi delle sinagoghe di Łódź pochi giorni prima dello Yom Kippur.
Nel 1911 il compositore e didatta tedesco Siegfried Würzburger (foto), quasi cieco a causa di una disabilità congenita, divenne organista presso la sinagoga riformata Westend–Synagoge di Francoforte, incarico che mantenne sino alla Kristallnacht durante la quale l’organo andò distrutto.
Dopo l’ascesa del nazionalsocialismo la sua attività si ridusse drasticamente e gli fu impossibile emigrare a causa del suo avanzato stato di cecità; nell’ottobre 1941, con la moglie e il figlio Hans, fu trasferito presso il Ghetto di Łódź, ivi morì di freddo e sfinimento nel febbraio 1942 mentre sua moglie morì a Chełmno nad Nerem e del figlio Hans si persero le tracce (conserviamo le sue opere Passacaglia über Moaus–zur e Passacaglia und Fugue über Kol Nidrei per organo).
La storia di questa letteratura musicale è paragonabile a un enorme fiume che scorre impetuoso giù da valli e montagne mentre i ricercatori di Memoria assomigliano a salmoni che tentano di risalirne il corso percorrendolo in senso contrario per giungerne alla fonte.
La Memoria è un inquieto presente che danza pericolosamente sui binari del Tempo, ignaro del treno della Storia che sta arrivando a tutta velocità; chi ha creato questa musica non ha fatto altro che accompagnarne la danza.
Francesco Lotoro