La giostra dell’odio
La pandemia, si sarebbe potuto sperare, avrebbe almeno distolto i complottisti, presi dalla ricerca di mascherine e disinfettanti, dal vizio dell’antisemitismo. E tuttavia, si apprende, l’antisemitismo è in aumento un po’ dappertutto. Si continua a inghiottire amaro. E ci si chiede se i complottisti siano gli stessi che al virus non credono, perché se così fosse – e spesso lo è – non si capisce perché indichino negli ebrei gli untori, untori di un virus che, a quanto asseriscono, non esiste. Ma, tanto fa, agli occhi dell’antisemita addominale si può essere colpevoli anche di una crimine che non è mai avvenuto. Per mantenere in piedi la logica, allora, il complottista antisemita ha bisogno di credere che il virus se lo sia inventato qualcuno. E non è difficile immaginare chi, e a quale oscuro fine di dominio universale. Insomma, l’untore forse non esiste, ma il colpevole è colpevole lo stesso, per definizione. I conti tornano, anche se la logica appare annebbiata e la realtà distorta. Ciò che importa è puntare il dito contro qualcuno, e far girare la giostra dell’odio. E chi la faccia girare non è difficile vederlo.
Dario Calimani, Università di Venezia