Maria Fresu
Intorno alla strage di Bologna un nome è tornato spesso: quello di Maria Fresu che, assieme alla figlia Angela di 3 anni, la mattina del 2 agosto 1980 alle ore 10.25, si trovava nella sala d’aspetto della stazione.
Maria Fresu, 24 anni, un metro e quarantotto. Di lei noi non abbiamo che una carta di identità, una valigia, un corpetto. È l’unica vittima della strage il cui corpo non è stato mai ritrovato. Di lei come i corpi di molte altre stragi e genocidi della nostra contemporaneità rimane solo il nome.
Dunque, i nomi, l’obbligo di ripeterli, diventa l’unica procedura che consente una possibilità di memoria, perché quei nomi sono appunto l’unica traccia di una vita esistita.
Nomina nuda tenemus.
David Bidussa, storico sociale delle idee