Spuntino – A piccoli passi
La parola ‘ekev, che è anche il nome della parashà di questa settimana, significa (in) sèguito, almeno nel contesto del primo versetto (Deut. 7:12). ‘Ekev tishme’un, in seguito ascolterete, capirete. Normalmente si é più ricettivi e riflessivi verso la conclusione di un ciclo. Con l’avvicinarsi di Elul, l’ultimo mese del lunario ebraico, e di Rosh HaShanà, aumentano le opportunità di fare un bilancio dell’anno che si conclude e disporre un programma per quello entrante. In che modo? Lo suggerisce la parola stessa, ‘ekev. Attenzione va posta alle piccole cose, quelle che normalmente l’uomo “calpesta” col calcagno (‘akev). In fondo sono proprio i dettagli, apparentemente secondari, che possono dare l’idea di un quadro complessivo. Gli obiettivi da porsi devono essere realisticamente raggiungibili, senza pretendere di fare il passo più lungo della gamba, come dice la Ghemarà (Shabbat 62b): ‘akev be-tzad gudal, procedendo accostando il tallone (‘akev) all’alluce (dell’altro piede). Infine l’atteggiamento per affrontare il cambiamento dev’essere umile e dimesso, con i piedi (e i talloni) saldi al suolo, senza “alzare la cresta”. Il tallone si contrappone alla testa, come l’umiltà all’orgoglio. D’altra parte l’umiltà conduce al timore dovuto rispetto all’Onnipotente (Proverbi 22:4), a maggior ragione nei giorni del giudizio.
Raphael Barki