Setirot – Responsabilità individuale

Indignati – di più: furibondi – con i parlamentari e i rappresentanti delle istituzioni che hanno richiesto il bonus Covid19. Giusto, sacrosanto, pur senza mettere tutti nel mazzo della vergogna dal momento che su molti consiglieri comunali e sindaci pesano importanti responsabilità a fronte di ben miseri compensi. Lo schifo che provoca l’ennesimo malcostume, la rabbia sollecitata (correttamente per carità) dalla pompatura dei media, non devono però farci commettere l’umanissimo e comodissimo errore da cui proprio la nostra etica ebraica (aggiungerei tuttavia l’etica in generale) ci mette in guardia. Lo ha scritto bene Anna Segre su queste pagine in occasione del digiuno di Tishà Be-Av. “Il libro di Ekhà, le Lamentazioni per eccellenza, in un contesto in cui non mancherebbero davvero le persone con cui prendersela (a partire da Nabuccodonosor), non dà la colpa a nessuno se non a noi stessi; e non si parla tanto del re o delle classi dirigenti, ma proprio di tutto il popolo: si usa infatti la prima persona plurale per parlare delle nostre responsabilità nella stessa misura in cui la si usa per enumerare le nostre sventure”.
E allora – tanto per dire – se insieme all’indignazione si pagassero le tasse? Se insieme al papetiano “governo ladro” si usasse la mascherina? Se si rifiutasse la qualunquista idea del “sono tutti uguali” e si votasse guardando ai fatti? Anzi, se si votasse tout court invece di stare a casa?
E parliamo del nostro piccolo amatissimo mondo ebraico. Avete pagato i contributi e le rette alla vostra Comunità? Sicuri? Pensateci prima di partecipare alla prossima assemblea per rumoreggiare contro la maggioranza di volta in volta al governo. Lamentarsi è doveroso, senza dare perennemente la colpa agli altri. Non saremmo la cultura della responsabilità individuale?

Stefano Jesurum