“La chiave è il percorso, non la meta”

Reale o virtuale, è fondamentale avere nelle nostre vite un percorso da seguire, anche se non ne conosciamo pienamente la destinazione finale. Lo ha ricordato rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano, aprendo la Giornata della Cultura ebraica della città, quest’anno proposta in una versione inedita a causa della pandemia e delle misure di prevenzione del contagio. I tanti eventi parte del ricco programma milanese sono infatti stati messi a disposizione della cittadinanza online, in modo da renderli fruibili a tutti senza restrizioni, ha spiegato l’assessore alla Cultura della Comunità Gadi Schoenheit. “Oggi la cultura ebraica entra, nel vero senso della parola, direttamente nelle vostre case, attraverso strumenti che abbiamo imparato a usare durante l’emergenza. Strumenti adottati per studiare a distanza, per seguire conferenze, per fare rete”, ha sottolineato il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani, ricordando come la vita online sia stata importante nei mesi di lockdown per mantenere vivo lo spirito di comunità nonostante la distanza. “Una comunità che è rimasta unita e che è integrata nella città, di cui fanno parte diverse realtà provenienti dal Medio Oriente che daranno la loro testimonianza durante la quinta edizione del festival Jewish in the city, integrato nella Giornata della cultura ebraica”, ha aggiunto Hasbani, ringraziando inoltre Gioele Dix per aver aperto la manifestazione sabato sera con un apprezzato intervento dal titolo “L’ebreo errante”. Tra gli appuntamenti dal valore simbolico di questa domenica, il concerto in Sinagoga Centrale di Milano con un gruppo di orchestrali del Teatro alla Scala di Milano, per ricordare Vittore Veneziani, direttore del coro della Scala, espulso nel 1938 a causa delle leggi razziste. “Il razzismo e l’intolleranza possono impoverire irrimediabilmente il nostro Paese perché lo privano di uno dei suoi beni più preziosi, la cultura e la creatività. Il nostro Paese deve porre molta attenzione a questi valori di cui a volte ci si dimentica”, ha sottolineato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel suo saluto. “La giornata di oggi è importante per Milano, per il nostro Paese e anche per l’Europa. Dobbiamo ricordarlo è un’Europa che sta attraversando un momento difficile anche per la sua identità, è un Europa che dimentica troppo speso i valori fondanti dell’accoglienza, della tolleranza, del rispetto di tutti. Valori che la cultura, la fede e la storia del popolo ebraico hanno impresso nella nostre coscienze di storia di cittadini europei, nel nostro Dna, a costo di sacrifici e sofferenze – ha concluso -. E lo stesso vale per il nostro Paese”.
Sul significato del tema dell’edizione di quest’anno – Percorsi ebraici – si è soffermato il rav Arbib. “La strada da percorrere nell’ebraismo è un’idea fondamentale. Si può dire che la storia ebraica comincia con una strada, con D.o che dice ad Abramo ‘vai via dalla tua terra, dalla casa di tuo padre’. Gli dice di abbandonare un luogo e l’elemento negativo che in esso si identifica per andare verso cosa? Non si sa. D.o dice ad Abramo di andare ‘verso la terra che ti mostrerò’. E quindi Abramo non sa in quel momento quale è la sua destinazione finale. – spiega il rav – Credo che questo sia più o meno il modello di percorso: sappiamo da dover partiamo, dobbiamo esaminare bene il luogo di partenza, sappiamo quale strada dobbiamo percorrere, ma non sappiamo necessariamente dove andiamo. Possiamo fare progetti, ma non sempre si realizzano come avevamo previsto, non sempre il luogo verso cui pensiamo di essere destinati è il luogo in cui arriviamo: significa che il progetto è fallito? No, vuol dire che il progetto è proprio nel percorso”.
A portare i propri saluti in questa giornata particolare che si chiuderà ai Bagni misteriosi del teatro Parenti con un concerto in presenza, anche l’assessore alla cultura Filippo Del Corno, il presidente dell’Anpi Provinciale di Milano Roberto Cenati e il Presidente del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach. “Siamo contenti di far parte di questa Giornata, un momento fondamentale per la conoscenza della cultura ebraica ma soprattutto, per quanto riguarda il Memoriale, un momento fondamentale per ricordare cosa vuol dire Memoria e cosa vuol dire portarla all’interno di una comunità, di una società come la città di Milano”, ha sottolineato Jarach. E proprio in diretta dal Memoriale lo storico Marco Belpoliti ha tracciato, con l’aiuto delle parole e degli scritti di Primo Levi, il significato di “Immaginare la memoria”. Dopo di lui, in collegamento dal Giardino dei Giusti del Monte Stella, il presidente di Gariwo Gabriele Nissim ha parlato dei giusti al tempo del Coronavirus, sottolineando come in questo momento di crisi generale e di incertezza abbiamo bisogno di punti di riferimento. E l’esempio di chi, in modo disinteressato, ha lottato contro le dittature e contro l’oppressione può essere un buon punto di partenza. La Giornata milanese prosegue con un ospite illustre e una sua riflessione che collega nuovamente la crisi del presente con il passato: rav Jonathan Sacks, già rabbino capo di Gran Bretagna, e la sua lezione “La via luminosa del sapere e la forza delle idee nella più sconcertante crisi globale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale”.

dr