Giornata della Cultura Ebraica – Roma
“Giudaico romanesco, patrimonio vivo”

“Io so’ jodìo romano: e so’ romano da tèmpo de li tèmpi de l’antichi; quanno che se magnaveno li fichi e ancora ‘un ze parlava montisciano. Io parlo com’allora: e quel ch’è strano, la gente me ce burla! e par che dichi: ‘Me li saluti ‘sti romani antichi cor naso a becco e ‘n feravecchio i’ mmano?’. Àe visto Giuglio Cesere e Pompeo! aio passato guai co’ Vespasiano, e fu da allora, ch’ai strillato: aèo. Ma co’ ‘st’ aèo, aio potuto véde tanti casi scasati’ amman’ ammano, e intànt’ io, grazziaddio, stàe sempre ‘n piede”. 
Sono celebri versi di Crescenzo Del Monte, poeta e sonettista che è ritenuto il massimo autore in dialetto giudaico-romanesco. A recitarli un mattatore d’eccezione, l’attore Enrico Montesano, tra gli ospiti della ventunesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Un’interpretazione a lungo applaudita dal pubblico ritrovatosi al Palazzo della Cultura per i vari eventi che hanno animato il pomeriggio della città capofila. Una Giornata di itinerari e percorsi, che a Roma sono stati declinati anche nel segno della straordinaria eredità di questo antico dialetto. Un patrimonio, è stato sottolineato, che resta vivo e che appartiene a tutta la città. Lo stesso Montesano, citando episodi della sua infanzia, ha raccontato come termini del giudaico-romanesco abbiano segnato la definizione di alcuni spazi e luoghi. 
“Viaggio tra i cognomi, i mestieri e il dialetto giudaico romanesco”, il titolo dell’incontro che l’ha visto protagonista assieme a Claudio Procaccia e Micaela Procaccia. Altre appuntamenti del pomeriggio hanno invece approfondito i temi della rappresentazione degli ebrei nella storia dell’arte, il modo in cui letteratura, cinema e serie tv raccontano Israele, i sapori e i profumi della cucina ebraica. A concludere la Giornata romana, dopo un percorso di gusto tra gli sfizi gastronomici, un concerto della Jew Box Band. Tra i momenti più significativi che hanno caratterizzato la mattinata, apertasi con i saluti istituzionali, lo svelamento della scultura “Le tre sorelle”, realizzata da Antonietta Raphaël Mafai nel 1936 e donata dalla figlia Giulia, con la collaborazione della Fondazione Museo della Shoah, al Museo ebraico di Roma.

(7 settembre 2020)