Biden-Trump: per la Cnn
il distacco è di 16 punti
Quale sarà l’impatto della positività al Covid di Donald Trump sulle prossime elezioni Usa? È una domanda che continua ad essere di grande attualità sui quotidiani.
L’ultima rilevazione commissionata dalla Cnn, riporta tra gli altri il Corriere, dà Biden in netto vantaggio a livello nazionale: 57% contro il 41% attribuito al presidente. Per Trump, anche tenuto conto dell’allargamento della forbice, diventa quindi fondamentale bruciare i tempi del recupero. Ieri ha annunciato di voler sfidare Biden nel confronto fissato al prossimo 15 ottobre. Ma è una ipotesi tutta da verificare.
Attenzione dei media puntata anche sullo scontro di stanotte tra i due vice, Mike Pence e Kamala Harris. “Col leader dem vicino agli 80 anni e il presidente positivo – sottolinea Repubblica – a scontrarsi ci sono due potenziali presidenti. Dagli stili diversi. E distanti sui temi cruciali, dall’aborto all’immigrazione, dall’economia alle proteste razziali”. Senza dimenticare la gestione del Covid-19 che, in America, “ha superato i 7 milioni di casi e provocato 209mila morti”.
Si completava, esattamente 50 anni fa, la cacciata degli italiani di Libia. Tutto, viene raccontato su Repubblica, avvenne in poche settimane. Ed ebbe inizio il 9 luglio quando Gheddafi “pronunciò a Misurata un primo discorso durissimo contro gli italiani, contro i figli del colonialismo fascista”.
Non il primo esodo di quegli anni, anche se la cosa non è spiegata troppo bene. Nell’ampio articolo si allude infatti alla posizione di non intervento tenuta da Tripoli nella Guerra dei sei giorni, ma non si fa riferimento, in quel contesto, alla drammatica fuga degli ebrei di Libia costretti a lasciare in fretta e furia il Paese per le terribili violenze subite. Ci si arriva solo sul finale, senza però spiegazioni di contesto. Il rischio di far confusione tra i due flussi migratori, molto diversi anche antropologicamente, è grande.
Nella conclusione si sostiene anche una tesi che non convince troppo: “Fascisti o antifascisti, cristiani o ebrei, gli italiani di Libia forse condividono ancora un sentimento comune: quello di aver perduto, di essere stati espulsi da una piccola patria africana. Ma di non essere stati accolti fino in fondo dalla grande Patria italiana”.
Stop della corte di giustizia Ue alla cosiddetta Legge-Soros, la legge con la quale l’Ungheria ha messo sotto controllo le università straniere che operano nel Paese e che, ricorda Il Sole 24 Ore, “ha di fatto estromesso dal sistema di istruzione superiore la Central European University(Ceu), l’università che fa capo al finanziere e filantropo americano di origini ungheresi”. Una legge ritenuta dalla corte “in contrasto con quanto previsto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione in materia di libertà accademica, libertà di creare istituti in cui esercitare l’insegnamento e libertà d’impresa”. Soddisfatto Soros, vittima in questi anni di molte campagne complottiste e antisemite orchestrate dall’estrema destra (non solo magiara): “La sentenza è una vittoria per i valori fondamentali dell’Unione europea”.
“L’Italia sta dando un segnale forte. Confidiamo nel fatto che, spinto da una nuova solidarietà europea, si riattivi un sistema di soccorso e sbarco che metta fine alle tragedie degli ultimi anni. Allora questa sarà una data ancora più importante, non solo l’oggi ma la road map di domani”.
Così Carlotta Sami, portavoce Unhcr per l’Italia, sulla revisione dei decreti sicurezza operata dal governo Conte. Ne scrive sulla Stampa.
“Sarò sempre grato agli italiani per aver salvato la vita a me e alla mia famiglia durante la seconda guerra mondiale. Ma vi prego: il Giardino della Memoria non dovrebbe essere dissacrato. Dovrebbe essere conservato e visto come simbolo di sopravvivenza per generazioni”.
È l’appello di Jakob Ehrlich, sopravvissuto alla Shoah, che dal ’44 al ’47 fu ospitato a Santa Maria al Bagno. Un luogo di transito e accoglienza che fu per molti sopravvissuti una tappa del viaggio verso Israele. Come vi abbiamo raccontato su questi notiziari, il Giardino della Memoria istituito localmente alcuni anni fa sembra messo a rischio da alcuni progetti voluti dall’amministrazione cittadina. Da qui l’appello di Ehrlich, formulato attraverso le pagine baresi di Repubblica.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(7 ottobre 2020)