Ticketless – Judaica valdostana

Segnalo questa settimana un’opera imponente, appena pubblicata: Paolo Momigliano Levi, Passaggi. Ebrei in Valle d’Aosta (Le Château editore). Si potrebbe dire l’opera di un’intera vita, più di 600 pagine, nelle quali si ripercorrono flussi di migrazione, scenari di vacanze estive e invernali, vagabondaggi vari di singole e stravaganti individualità. Conoscevamo l’autore per gli studi sulla partecipazione ebraica alla Resistenza e sulla deportazione, e in effetti larga parte del volume è dedicata a quel momento, ma la vera attrazione di queste pagine è data dalla storia antica, dai primi insediamenti (con ogni probabilità passando per il Piccolo S. Bernardo).
Gli ebrei in Piemonte sono soliti scherzare sulle assonanze linguistiche fra l’ebraico e la geografia valdostana. Ci si sente in patria in una valle dove i luoghi hanno plurali femminili ebraici: Antagnod, Chavensod, Lignod e i falegnami si chiamano tutti Abram o David. Momigliano ci dice adesso che in Bassa Valle, a Settimo Vittone, ci sono due villaggi che si chiamano come lui: il Momigliano inferiore e il Momigliano superiore. Nella vecchia Aosta l’angulo degli ebrei era certo nella Rue du Temple ora rue Trottechien. Il libro ha infine pagine molto interessanti che sono il risultato dello spoglio della stampa locale del tardo Ottocento: per esempio sui riflessi dell’affaire Dreyfus nella stampa cattolica.
Passaggi che illustrano la passione di una vita. Un saggio di storia e un’autobiografia, ma anche un atto di amore verso chi in quella terra s’è fermato per sempre.

Alberto Cavaglion