Nascere israeliani
“Gal Gadot non può interpretare Cleopatra perché è israeliana, meglio un’araba!” Queste le polemiche sui social e di alcuni presunti intellettuali sulla scelta dell’attrice per il film di Cleopatra di Patty Jenkins prodotto dalla Paramount. A dir la verità Cleopatra, come ha affermato qualcuno più accorto, apparteneva alla dinastia tolemaica, e avrà avuto semmai origini greco-macedoni. Gli arabi inoltre arrivarono in Egitto nel VII Secolo, quindi gli antichi egizi, saranno stati più correttamente camiti, e dunque su questa linea di “purezza” perché no un’attrice amazigh o copta? Naturalmente siamo all’assurdo, per anni abbiamo ingurgitato film hollywoodiani nei quali “mediterranei” erano interpretati da nordici biondi con occhi azzurri, e via dicendo. Nessuno ricorda Brad Pitt che rivestiva i ruoli di Achille in Troy, o Christian Bale in Exodus? Certo un po’ stonava, ma sfido chiunque a distinguere Gal Gadot dalle “autoctone” in qualunque città del Mediterraneo. Ma poi davvero pensiamo che esistano popoli “puri” che sono rimasti immutati e con gli identici tratti somatici dall’antichità sino ad oggi?
“Ne abbiamo abbastanza di vedere attori bianchi e israeliani nella parte dei faraoni” riporta Ansa un commento. Paradossale che gli ebrei, e quindi anche molti moderni israeliani, siano sempre stati discriminati da coloro che parlavano proprio di biancume. Ma c’è sempre bianco più bianco rispetto a qualcuno. Un tedesco o uno statunitense definitosi “bianco”, non considererà tale un italiano o un greco. E un italiano settentrionale delle stesse idee, non chiamerà così un siciliano o un pugliese. Per tutti i suddetti, certo non sarà “bianco” un maghrebino, ma lo sarà per un subsahariano. Così come potrebbe essere considerato “bianco” persino un cinese o un peruviano. Forse più che “bianchi” il problema per molti è come al solito il nascere israeliani, e qui c’entra soltanto l’idiozia.
Francesco Moises Bassano