Oltremare – Buone notizie
Di questi tempi la comparsa di una buona notizia, perfino attesa e anche troppo tempo, è un evento da segnare sul calendario con un bel circolo rosso e un punto esclamativo.
E no, non parlo dell’uscita dal lockdown numero due, quello che ci ha piallato le feste ebraiche in toto, creato un altro quarto di milione di disoccupati, che ha nuovamente attentato alla nostra linea e all’equilibrio psicofisico delle famiglie e del paese intero. No, ne siamo usciti ma non è una buona notizia, è al massimo un fatto, una data che possiamo solo sperare non venga seguita a ruota da un terzo lockdown (ne parlano tutti a tutti i livelli piuttosto apertamente). Le concedo un segno in matita sul calendario a muro, non di più.
E non parlo neanche della firma dei trattati di collaborazione con il Bahrain, che sono soltanto una conseguenza naturale e normalissima della normalizzazione in atto, o del fatto che si parla insistentemente di un’altra normalizzazione, quella con il Sudan. Tutte notizie buonine a dire molto, ma che non toccano più di tanto la vita del cittadino medio. Prima che Israele smetta di essere una economia di isola, con tasse da isola e prezzi da isola di lusso, ne hanno da passare di trattati e normalizzazioni, e devono essere molto più vicini geograficamente perché facciano davvero la differenza.
No, la buona notizia l’ho trovata facendomi strada fra le polemiche e i mini scandali passeggeri che stanno coinvolgendo a ripetizione molti, troppi ministri e rappresentanti ufficiali del popolo israeliano, i quali e le quali si permettono di agire fuori dalle leggi che hanno loro stessi ratificato per il contenimento del coronavirus, dimostrando di essere incapaci di guidare il paese con l’esempio. Il ministro Gila Gamliel (che appunto se ne è andata da Tel Aviv a Tiberiade durante il lockdown, e lì ha pregato dentro a una sinagoga, cosa vietata durante tutto il lockdown, e come ciliegina sulla torta si è ammalata di covid-19, da che si deduce che magari lei poteva credere di essere sopra la legge ma che invece il covid ha pochissimo rispetto per chi le leggi le fa) ha messo una firma. È ancora in convalescenza da covid-19, ma – forse in un guizzo di espiazione o di orgoglio ministeriale – ha ratificato la legge che allarga finalmente anche alle bottiglie di plastica da un litro e mezzo il deposito di 30 centesimi, finora valido solo per fino al mezzo litro, redimibile restituendo i vuoti presso i supermercati o i macchinari preposti. A chi legge potrà sembrare cosa da poco, ma si prevede un risparmio per i cittadini di quasi 60 milioni di Shekel all’anno, ed essendo noi il secondo paese al mondo per utilizzo di utensili di plastica (valutati intorno ai 4.5 miliardi di pezzi all’anno), un briciolo di incentivo nel riciclare almeno quello che può essere riciclato da decenni, è una notizia meravigliosa. Accontentiamoci.
Daniela Fubini