“Manifestare il dissenso è un diritto, ma chi protesta isoli i violenti”
Il Consiglio dei ministri ha varato ieri il Decreto Ristori, 5,4 miliardi di aiuti per le imprese colpite dal nuovo mini lockdown e per altri settori in crisi. Un provvedimento che dovrebbe aiutare anche chi ha manifestato il proprio malcontento in piazza. A loro si rivolge il ministro degli Interni Lamorgese: “isolate le frange violente”, il suo appello lanciato dalle colonne del Messaggero in riferimento alle violenze che hanno coinvolto diverse città italiane. “Abbiamo assistito a inqualificabili episodi di violenza, aggressioni alle forze dell’ordine e ad atti di vandalismo contro i beni pubblici e veri e propri saccheggi. Abbiamo riscontrato la partecipazione a questi incidenti di estremisti di destra e sinistra, anarchici, ultras, italiani e stranieri, spesso molto giovani, con precedenti di polizia per reati comuni, espressione di contesti di marginalità e ribellismo”, spiega il ministro, dando un quadro di chi soffia sull’emergenza, a cui si aggiunge la criminalità organizzata. Corriere e Repubblica raccontano degli scontri avvenuti ieri a Roma e Milano con protagonisti sia i neofascisti sia gli anarchici, ma soprattutto la rabbia violenta di giovani delle periferie.
Un nuovo lockdown. “Se rispettiamo le norme abbiamo buone chance di affrontare dicembre con serenità, in caso contrario ci sarà il lockdown”, è quanto afferma il Presidente del Consiglio Conte, che ora parla esplicitamente di una nuova chiusura. A fronte del continuo aumento dei contagi – 22mila nuovi casi nelle ultime 24 ore – diversi esperti chiedono di isolare alcune zone specifiche, l’area di Milano e Napoli su tutte. In Lombardia il governatore Fontana e il sindaco Sala sono però d’accordo nel dire no a una simile opzione (Sole 24 Ore). Intanto la vicina Francia potrebbe annunciare un lockdown nazionale questa sera.
Erdogan-Macron, scontro aperto. Molte analisi sui quotidiani di oggi in merito allo scontro innescato dal presidente turco Erdogan contro la decisione del presidente francese Macron di rafforzare i controlli sui luoghi di culto musulmani e porre fine all’arrivo di imam dall’estero (per una buona metà turchi). “Nel mirino c’è il movimento religioso Milli Görü (Visione Nazionale) che è il braccio armato di Ankara in Europa con 500 moschee di cui 71 solo in Francia. – spiega il Corriere – Fondato nel 1969 dall’ex premier Erbakan e diffuso in molti Paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, l’organizzazione afferma che l’ordinamento della società occidentale è profondamente sbagliato e che il declino del mondo musulmano è il risultato della sua imitazione dei valori occidentali”. Contro queste realtà la Francia sta lavorando a una stretta, mal digerita da Erdogan che usa la questione per attaccare Macron e l’Occidente e presentarsi come difensore dell’Islam. E il rais turco, scrive La Stampa, sta ottenendo l’appoggio delle piazze di diverse nazioni del mondo arabo e islamico. Una situazione incandescente tanto che la diplomazia francese teme attacchi ai suoi cittadini che vivono nei paesi a maggioranza musulmana.
Solidarietà europea alla Francia. In questo quadro di tensione globale, il Sole 24 Ore invita l’Europa a fare quadrato attorno alla Francia e rispondere agli abusi di Erdogan. Invito simile arriva da Galli Della Loggia sul Corriere, che ricorda come il presidente turco sia senza scrupoli e sia arrivato a strumentalizzare la Shoah per i suoi fini propagandistici (ha sostenuto che i musulmani siano oggi trattati in Europa come gli ebrei alla vigilia della seconda guerra mondiale). “Israele respinge con ribrezzo i paragoni fatti tra la lotta contro l’estremismo islamico in Francia e la politica nazista e il razzismo contro gli ebrei”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Lior Hayat (Fatto Quotidiano)
Israele e il fronte mediorientale. “La competizione è tra Iran e Turchia che mirano allo stesso controllo del mondo musulmano. L’Arabia Saudita è sulla via opposta, più vicina a riavviare le relazioni con Israele”, spiega a Repubblica l’analista francese Dominique Moïsi, tracciando un quadro degli equilibri del Medio Oriente di oggi, in un’intervista concentrata sulla minaccia Erdogan. Chi potrebbe riavviare le relazioni con Israele è il Libano: il ministro della Difesa Benny Gantz ha riferito di aver sentito “voci positive”, che parlano di “pace” e di “relazioni” con il Paese dei Cedri, con cui sono in corso valutazioni congiunte sul confine marittimo. “La popolazione libanese deve sapere che è Hezbollah il suo problema, non Israele”, ha aggiunto Gantz (Avvenire).
Bologna, la mostra sui marrani. Si intitola “Hidden Identities. Identità nascoste. Sulle orme dei cripto giudei”, l’esposizione che sarà inaugurata oggi alle 18 al Museo Ebraico di Bologna con anche diretta streaming sul sito museoebraicobo.it. A presentare l’esposizione, i dorsi locali di Repubblica e Corriere.
Segnalibro. La sopravvivenza ad Auschwitz, i lutti, le ferite che non passano, l’urgenza di costruire una comunità europea unita. Sono alcuni dei temi al centro del volume Alba a Birkenau (Guanda) che raccoglie scritti e fotografie della madrina d’Europa Simone Veil. A raccontare questa nuova opera di memorie della Veil, Repubblica in un ampio articolo a tutta pagina.
Daniel Reichel