Assalto a Washington,
morto un poliziotto

C’è anche un poliziotto tra le vittime degli scontri al Congresso Usa. Colpito mentre si opponeva ai manifestanti che hanno dato l’assalto al palazzo, è tornato in caserma ed è poi crollato. Non c’è stato purtroppo niente da fare. Anche oggi, quanto accaduto a Washington, resta l’argomento centrale su tutti i quotidiani. Ricostruzioni, editoriali, interviste: molte voci commentano e verosimilmente commenteranno ancora per vari giorni. 
Tra le analisi più in evidenza quella del politologo Michael Walzer, che in una intervista con Repubblica sottolinea: “Il trumpismo sfociato nella violenza ha mostrato il suo vero volto. È stato raccapricciante, ma è un bene che sia accaduto in diretta tv. Tutti hanno capito chi è Donald Trump. E visto i suoi limiti”. Nessuno aveva considerato la possibilità di un assalto al Congresso degli Stati Uniti, scrive il Corriere, “ma che la presidenza Trump potesse sfociare in tragedia era timore diffuso fin dall’inizio del suo mandato”. Il vero crollo psicologico, si legge, è arrivato con la sconfitta elettorale: “Precipitato in una spirale paranoica, abbandonato dagli ultimi collaboratori ragionevoli che gli erano rimasti, si è ritrovato solo con la sua ira. Circondato alla fine unicamente da pochi personaggi improbabili”. 
David Sassoli, il presidente del Parlamento europeo, in una intervista con La Stampa mette a confronto Usa e Europa davanti alla minaccia populista: “Un anno e mezzo fa, alle elezioni europee, si attendeva la vittoria dei sovranisti. Invece le urne hanno sgonfiato le velleità di chi pensava, e pensa, di voler fare da solo. E oggi il sovranismo è fuori gioco. Il dibattito in Europa è fra le diverse sensibilità europeiste”. 

“Entro la fine di marzo saremo il primo Paese al mondo ad uscire dalla pandemia. Per quella data tutti gli israeliani che vorranno, sopra i 16 anni, saranno vaccinati”. Così il premier Benjamin Netanyahu, le cui parole sono segnalate dal Messaggero. Israele, ha poi aggiunto il primo ministro, “rappresenterà un Paese modello per il mondo intero”. 

Grande intervista di 7 del Corriere a Louise Glück, la poetessa Premio Nobel per la Letteratura nel 2020. Spiega Glück, nata a New York in una famiglia ebraica di origine ungherese: “Quello che tento di fare nelle poesie è stupire me stessa e, mi auguro, anche il lettore. Se il lettore ritiene di essere in procinto di avvicinarsi a un finale che è in grado di immaginare, che sembra coerente con l’apertura della frase, faccio in modo che la poesia prenda un’altra piega”. 

L’attrice israeliana Gal Gadot presenta al Mattino il suo nuovo film: Wonder Woman 1984. Gadot è da tempo una star anche ad Hollywood. Confessa però di avere una certa nostalgia di Israele. A mancarle, dice, sono “soprattutto la gente, gli amici e la famiglia, ma anche il mare e il cibo”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(8 gennaio 2021)