La promessa di Draghi

“Questo luogo è un simbolo del dolore di un’intera nazione. È anche il luogo di un impegno solenne che oggi prendiamo. Siamo qui per promettere ai nostri anziani che non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette. Solo così rispetteremo la dignità di coloro che ci hanno lasciato”. 
Così il premier Mario Draghi in visita a Bergamo in occasione della ricorrenza nazionale in memoria delle vittime del Covid. Una giornata, quella di ieri, caratterizzata da una notizia molto attesa: il via libera dell’Ema ad Astrazeneca, che rimette in moto parte della campagna di vaccinazione (in Italia e non solo). “Da oggi si riprende”, titola tra gli altri il Corriere. 

L’attenzione dei quotidiani è dedicata anche ad alcuni temi di politica estera. Come il botta e risposta tra Biden e Putin, che ieri ha replicato stizzito al presidente Usa. Una reazione, scrive tra gli altri il Corriere, che “appare dettata dalla frustrazione”. Anche perché Mosca, rispetto a Washington, di carte in mano da giocare “ne ha molte di meno”. 

Di Russia si parla anche in relazione alla drammatica situazione in Siria, oggetto di un approfondimento sul Sole 24 Ore: “Dieci anni, 500mila morti, cinque milioni di rifugiati dopo, la Siria è un Paese a pezzi, ridotto in macerie. Grazie alle milizie iraniane e agli Hezbollah libanesi, ma soprattutto all’intervento della Russia, Assad ha per così dire vinto la guerra. Oggi controlla il 70% del territorio. Nel 2015, quando stava per capitolare se non fosse accorsa Mosca in suo aiuto, ne controllava a mala pena il 40 per cento”. 

Repubblica, in una intervista con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, apre lo sguardo su vari contesti caldi. E sul ruolo che l’Italia è chiamata a svolgere sul campo. Sostiene Guerini: “Vedo il nostro impegno militare in Sahel in piena complementarietà con quello in Libia, nel Corno d’Africa e nel Golfo di Guinea. Si tratta di un’unica area di crisi, con una forte recrudescenza jihadista, le cui conseguenze si riverberano nel Mediterraneo e in Europa”. 

Adriano Sofri, sul Foglio, propone una riflessione su ius soli e ius culturae in cui si chiede come i genitori italiani giustifichino con i propri figli il fatto che alcuni loro compagni di scuola, pur nati in Italia, non possano godere della cittadinanza. Una situazione che mette a confronto con il modo in cui, nel ’38, le famiglie non ebraiche si trovarono ad elaborare la cacciata degli studenti ebrei. Sofri tiene poi a precisare che ogni paragone è comunque impossibile: “Guai a perdere il senso delle proporzioni”. 

Il Giornale si sofferma sulla sospensione inflitta dalla sua squadra a Meyers Leonard, una delle star della Nba, per un epiteto antisemita pronunciato sui social. Si osserva al riguardo: “La sensibilità dimostrata dal mondo del basket americano non trova riscontro, per il momento, dalle nostre parti, soprattutto nel calcio”. Il riferimento è alla vicenda che ha avuto per protagonista Serse Cosmi, l’allenatore del Crotone squalificato, con forte contestazione dello stesso, per una bestemmia. 

Tra i protagonisti del Venerdì di Repubblica in edicola c’è lo chef palestinese Sami Tamimi, socio d’affari dell’israeliano Yotam Ottolenghi. Il loro sodalizio imprenditoriale, si legge, è il “simbolo di una pace possibile, sublimata nel cibo”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(19 marzo 2021)