Il rapporto Kantor sull’antisemitismo
“Complottismo, fenomeno da arginare”

Il mondo ebraico deve mantenere alta la guardia a fronte dell’aumento delle teorie complottiste antisemite, che hanno trovato terreno fertile nelle fragilità e insicurezze generate dalla pandemia. A dirlo, Moshe Kantor, presidente del Congresso ebraico europeo, in occasione della pubblicazione del Rapporto annuale sull’Antisemitismo mondiale 2020 del Kantor Center dell’Università di Tel Aviv. “Il 2020 è stato un anno di disordine sociale, e di profonda polarizzazione globale. La pandemia ha creato le condizioni sociali in cui l’antisemitismo, il razzismo e l’estremismo prosperano – le parole di Kantor – Nell’ultimo anno, si sono diffuse teorie cospirative sugli ebrei, il popolo ebraico o lo stato di Israele, come se ci fossero loro dietro la pandemia, o comunque ne approfittassero. L’attenzione costante sul ruolo degli ebrei dietro gli eventi globali dimostra che l’antisemitismo, come centro delle teorie del complotto, non è andato via”.
Il report segnala come rispetto agli anni precedenti ci sia stata una diminuzione degli attacchi fisici antisemiti, in un 2020 caratterizzato da chiusure e severe restrizioni. Ad aumentare però sono stati gli attacchi online, con il rilancio delle citate teorie complottiste.
Il documento, guardando ai diversi stati, parla di tendenze preoccupanti in Germania e negli Stati Uniti. In Germania, il Kantor Center segnala un aumento nel numero totale di incidenti, con la profanazione di memoriali e cimiteri ebraici, a cui si è affiancato un preoccupante fenomeno di strumentalizzazione della Shoah in riferimento alle campagne vaccinali. Un fenomeno non solo tedesco. “L’uso di immagini dell’Olocausto che circondano il Coronavirus è diventato dilagante. – il messaggio di Kantor – Le chiusure sono state paragonate a ghetti e campi di concentramento; i vaccini sono stati descritti come esperimenti medici malvagi, e le persone che rifiutano questi vaccini salvavita affermano di essere perseguitati e indossano stelle gialle”. Gruppi sempre più organizzati, grazie soprattutto alla rete, hanno così inscenato proteste dai toni profondamente preoccupanti. Proteste non solo dirette a contestare le decisioni dei governi sulla pandemia, ma anche, nel caso dei complottisti di Qanon negli Stat Uniti, a mettere in crisi il processo democratico.
Su questo fronte, Kantor reputa positivo l’intervento delle grandi piattaforme social per fermare. “La buona notizia è che grazie a una maggiore supervisione e azione da parte delle principali società di social media, e a una legislazione nazionale più forte contro l’odio online, il numero di incidenti antisemiti sulle principali piattaforme è diminuito – il suo commento – Tuttavia, mentre queste risposte sono benvenute e necessarie, non fermeranno l’odio online da sole. Come mostra il rapporto, l’odio si sposterà semplicemente più sottoterra verso altre piattaforme”.
Il rapporto mostra anche che negli Stati Uniti è stato osservato un graduale aumento degli incidenti violenti per diversi anni, raggiungendo 119 quest’anno, e anche la Germania ha visto una significativa escalation, del 24% nel numero totale di reati penali motivati dall’antisemitismo, raggiungendo 2.275 (rispetto ai 1.839 del 2019) – il numero più alto registrato dal 2001 – inclusi 59 incidenti violenti. In entrambi i paesi, il vandalismo ha rappresentato la maggior parte degli incidenti.