Milano – Un pasto a chi ha bisogno, la solidarietà scende in strada
Questo anno di pandemia ha segnato tutti. Ma c’è un mondo di invisibili che ha sofferto proprio perché fuori dall’attenzione mediatica: le persone senza fissa dimora, che hanno vissuto il difficile periodo dell’emergenza tra chiusure e limitazioni per dormitori e mense a causa delle misure anti-Covid. Alcune realtà hanno cercato di darsi da fare in questi lunghi mesi per aiutare i senza fissa dimora.
Tra queste, a Milano, la Comunità ebraica, con diverse iniziativa attivate nel corso dell’anno. L’ultima, nei giorni della Festa della Liberazione: distribuire cibo a chi ne ha bisogno. In una settimana sono stati preparati 600 pasti, distribuiti poi con la collaborazione dei City Angels, tra le colonne portanti del volontariato milanese, nell’ambito del progetto “Milano ebraica solidale”.
“C’è stata una grande adesione, con la collaborazione dei nostri ragazzi. – spiega a Pagine Ebraiche il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani – Io stesso, assieme a mia moglie Joyce (nell’immagine, i due insieme con la pettorina dei City Angels), ho aiutato a portare i pasti ai bisognosi vicino alla Stazione centrale. I pasti, monoporzionati, sono stati preparati dalla ditta Sodexo presso le cucine della nostra Rsa, la residenza Arzaga”. La distribuzione è avvenuta dal lunedì al giovedì, dalle 20.30 alle 24, utilizzando anche le macchine del volontariato Federica Sharon Biazzi. Un segnale importante, da parte ebraica, alla città di solidarietà e impegno sociale. “Questa è stata una piccola iniziativa nel mare dei bisogni – ha commentato l’assessore della Comunità al Welfare Antonella Musatti al sito della comunità ebraica milanese -. L’abbiamo condotta in Solidarietà con la Casa di Riposo, con il Volontariato Federica Sharon Biazzi, con i City Angels e con il Centro Donne del municipio 6”.
Come sottolinea Hasbani, la consegna dei pasti fa parte di un progetto più ampio. “Da anni collaboriamo con i City Angels a diverse iniziative, dalla raccolta di vestiti alla distribuzione di pasti. Siamo orgogliosi di poterlo fare. E continueremo anche in futuro”.
Ma chi sono le persone che vivono in strada? Secondo il censimento racCONTAMI2018 sulle persone senza fissa dimora di Milano, si tratta per la maggior parte di uomini (88%), l’età media è di 45 anni e una grande percentuale è fatta da stranieri. Le persone che vivono in dormitori sono il 77% del totale, il resto è suddiviso tra strada, stazioni, ospedali, veicoli privati o mezzi ATM notturni. Nel profilo dei senzatetto, spiegano nel censimento, stranieri, anziani, tossicodipendenti. Persone con alle spalle spesso eventi traumatici che non permettono più di tenere insieme la propria vita, come lutti o separazioni. Tanti i problemi sul tavolo: la perdita progressiva delle relazioni; le difficoltà psichiatriche; l’allontanamento o la sconfitta del sistema di accoglienza per gli stranieri.
I gesti di solidarietà nei confronti di questo mondo meno visibile, come le iniziative della realtà ebraica di Milano, servono anche a sollevare l’attenzione su questo problema sociale profondo.