Gli argini alla variante Delta

Aperture dedicate oggi al diffondersi nel mondo della variante Delta del Covid-19. “Si sta facendo strada in Europa soprattutto attraverso la Gran Bretagna, dove è la mutazione più diffusa, presente nel 95% dei casi e traino dell’exploit di contagi di questi giorni (ieri 18.270, record da febbraio). Poche per fortuna le vittime, grazie all’alta percentuale di vaccinati (84% con una dose, oltre il 61% con il richiamo)”, spiega il Corriere. Il quotidiano riporta l’appello di diversi esperti a completare il ciclo dei vaccini prima di partire per le vacanze. “Sappiamo che la vaccinazione, anche con una dose, può già essere efficace nel ridurre le forme cliniche gravi. Ma solo il ciclo completo garantisce una maggior sicurezza”, spiega a Repubblica Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità. Brusaferro parla inoltre della caduta da lunedì 28 giugno dell’obbligo di indossare le mascherine all’aperto e avverte, “se i contagi risalgono saremo costretti a rimetterle”.

Israele, mascherine tornano su al chiuso. Sul tema dell’obbligo delle mascherine, Corriere e Repubblica ricordano, in due panoramiche sulla situazione Covid nel mondo, quanto accaduto in Israele. Qui l’aumento dei contagi dovuti alla variante Delta, ha portato le autorità a reintrodurre l’obbligo di mascherine al chiuso, cancellato il 15 giugno scorso. “II ministero ha anche raccomandato che i cittadini indossino mascherine sul volto durante gli eventi pubblici di massa, – scrive Repubblica – anche quando si svolgono all’aperto, ‘come gli eventi del Pride di questo fine settimana’”. Rispetto ai dati sui contagi, spiega il Corriere, “il 50% delle nuove infezioni riguarda i minori, moltissimi non ancora vaccinati (Israele ha approvato da poco l’immunizzazione anche per i 12-15enni). Dell’altro 50%, la metà sono stati contagiati benché vaccinati. Ma si tratta di casi non gravi: il tasso di ospedalizzazione qui non è aumentato, per questo l’efficacia dei vaccini non è in discussione per ora”.

Miami, tragedia globale. Proseguono senza sosta le attività di soccorso e sgombero delle macerie del palazzo di 12 piani crollato parzialmente giovedì a Surfside, vicino a Miami Beach, negli Stati Uniti. Venerdì non sono state trovate persone vive sotto le macerie e i dispersi rimangono 159. I morti accertati e confermati al momento sono quattro. Tra i dispersi figurano ufficialmente almeno venti cittadini d’Israele, dieci dall’Argentina, sei dal Paraguay, sei dalla Colombia e quattro dal Venezuela. “Ambasciate e consolati stranieri sono al lavoro per facilitare l’arrivo di parenti da tutto il mondo, destreggiandosi tra le restrizioni sui viaggi dovute al Covid. La storia di questa “tragedia globale” affolla i resoconti dei media americani”, racconta Repubblica. Da Israele è stata inviata una squadra di soccorso per aiutare nelle operazioni, con la speranza di trovare altri superstiti. Nel mentre, riporta il Corriere, si sa qualcosa di più sulle origini del crollo: “una perizia effettuata da ingegneri nel 2018 aveva individuato ‘gravi danni strutturali’ nell’edificio aggiungendo che, se non si fosse intervenuti per ripristinare e proteggere dall’acqua le strutture portanti corrose, il condominio sarebbe andato incontro a grossi guai”.

Diritti e democrazie. “La battaglia sui diritti Lgbt in Ungheria e la contemporanea disputa sul ddl Zan fra Italia e Vaticano portano l’Unione Europea a confrontarsi con la sfida che già distingue Stati Uniti e Israele: i sistemi democratici hanno bisogno di valorizzare le proprie diversità per rigenerarsi e rafforzarsi”, scrive il direttore di Repubblica Maurizio Molinari in una giornata in cui proseguono le discussioni sui quotidiani sulla legge Zan contro l’omotransfobia (Avvenire e Domani si affidano a due giuristi, Giovanni Maria Flick e Luigi Testa per dare delle risposte in punta di diritto. Il Corriere ricorda come dalle piazze del Pride ci si mobiliti a favore dell’adozione del ddl). Molinari allarga il discorso al dibattito sui diritti delle minoranze in generale e richiama l’esempio del nuovo governo d’Israele che “include ebrei ortodossi e musulmani fondamentalisti, politici israelo-etiopi e israelo-moldavi, un ministro apertamente gay e più in generale componenti con le origini in Asia, Africa, Europa e America. Per non parlare delle 9 donne su 27 ministri, un premier ultranazionalista, un ministro degli Esteri centrista, i leader della sinistra storica e il primo partito arabo-israeliano in una coalizione di governo. Come riassume Alan Dershowitz, giurista liberal di Harvard, ‘sfido chiunque a trovare una democrazia parlamentare con una coalizione di governo più diversa’”.

L’Anp in crisi. La morte di un popolare attivista mentre era sotto la custodia dell’Autorità nazionale palestinese giovedì ha generato forti proteste all’interno della realtà palestinese di tutta la Cisgiordania. Nizar Banat, 42 anni, era noto per le sue feroci critiche online all’Anp e questo, dichiarano i familiari, gli è stato fatale. La sua morte però sta mettendo in crisi la già complicata situazione del presidente palestinese Mahmoud Abbas, in crisi di consensi da tempo, racconta oggi il Fatto Quotidiano, descrivendo le rivolte interne all’Anp.

Segnalibro. Dalla tradizione ebraica a Theodor Adorno, sul Corriere Lettura Claudio Magris riflette sul progresso e spiega come i “grandi autori dei pensiero negativo e la dimensione religiosa” aiutino “a evitare il delirio di onnipotenza”. Su Repubblica invece lo scrittore Javier Cercas si sofferma sul concetto di Male, partendo da un documentario dedicato al processo Eichmann in Israele. L’epopea di Masada è invece al centro dell’ampio approfondimento sul Domenicale del Sole 24 Ore a firma di David Bidussa. Lo storico sociale delle idee prende in mano il libro di Samuele Rocca Mai più Masada cadrà. Storia e mito della fortezza di Erode (Salerno Editrice) per porre delle domande anche sull’identità. Parlando di poesia invece, Bernardo Valli su L’Espresso ricorda la figura di Paul Celan. Valli definisce Celan come uno “’sheerit’, un rimanente”, e afferma che nella “tradizione ebraica si indicano così coloro che sono rimasti vivi”. Il Messaggero presenta invece Nathan e invenzione di Roma. Il sindaco che cambiò la Città eterna, libro di Fabio Martini dedicato al celebre sindaco della capitale.

Daniel Reichel