L’impresa azzurra e il witz inglese
rimasto nel libro dei sogni

E così invece di “tornare a casa”, come auspicavano gli inglesi, il calcio è “andato a Roma”. Posto più appropriato in fondo non c’è.
Già ci siamo soffermati, alla vigilia della gara di Wembley, sulla primogenitura del pallone. Su quella secolare radice fiorentina, a sua volta ispirata all’harpastum degli antichi romani, che Arnaldo Momigliano svela a una attonita platea di eruditi di Oxford nel romanzo Calcio!
I suoi colleghi della prestigiosa università inglese restano senza parole: come osa, quell’intellettuale ebreo senza patria che l’Italia ha rinnegato e perseguita per la sua origine, offendere orecchie così sensibili e sicure della verità. Il football è affar loro. Solo loro ne sono gli indiscutibili pionieri e Maestri.
“Football is coming to Rome”, gridava ieri beffardo Bonucci nel dopo gara. Chissà che non possa esser da lezione per la nazionale di casa, forse più ricca di talento ma scesa in campo, come i suoi tifosi sugli spalti, con la certezza di una vittoria in realtà tutta da conquistare.
E chissà che non abbia da imparare qualcosa anche sul piano del fair play: pessima infatti la scena dei calciatori che si sfilano la medaglia d’argento dal collo un secondo dopo averla ricevuta. Un’immagine anti-sportiva che va a macchiare il senso di una manifestazione significativa a prescindere dal suo esito finale. Preziosa e indimenticabile per il solo fatto di esserci stata.
“Southgate e i suoi ragazzi hanno portato al Paese orgoglio e gioia. E soprattutto ci hanno fatto stare tutti più vicini” il messaggio di un grande appassionato di calcio come il rabbino capo d’Inghilterra rav Ephraim Mirvis. Lo spirito giusto per elaborare una sconfitta comunque bruciante per i sudditi di sua Maestà.
Che lo scenario non fosse nemmeno contemplato è noto. Anche l’ebraismo inglese, in questo contesto euforico, si è fatto un po’ trascinare dal clima baldanzoso che ha preceduto la finale. Addirittura la dirigenza di una sinagoga di Londra, la Cockfosters and N Southgate Synagogue, aveva proposto, in caso di vittoria, un cambio di denominazione in Cockfosters and Gareth Southgate Synagogue. Con grande apprezzamento anche di illustri membri del governo, come il Segretario di Stato Oliver Dowden.
Forse solo un witz. In ogni caso, come noto, la questione non sussiste più.
Grazie Azzurri!