Vaccini e obblighi
Tra i temi d’apertura dei quotidiani di oggi, il dibattito, in seno al governo, sull’introduzione o meno di un obbligo di vaccinazione. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha aperto all’idea di introdurlo per tutti gli insegnanti in vista del nuovo anno scolastico. Una proposta che, spiega tra gli altri il Corriere della Sera, trova resistenze nella Lega. Il problema, evidenzia il quotidiano, è che la campagna vaccinale anti-Covid sta rallentando e servono soluzioni. “II punto è che la difesa contro la variante Delta e contro il rischio che un contagio esponenziale paralizzi il Paese, è accelerare sull’immunizzazione di massa”, spiega il quotidiano, rilevando che l’obiettivo ora è intercettare i 2 milioni di ultrasessantenni non ancora vaccinati e sensibilizzare la fascia 12-39 anni a recarsi subito a ricevere la prima dose. Intanto si continua a lavorare al Green pass che dovrebbe entrare in vigore a inizio agosto. L’idea, spiegano Repubblica e Corriere, è realizzare un sistema su due livelli: con una dose si potrà accedere al ristorante, con due a eventi e discoteche.
Demenza digitale e no-vax. Mentre la discussione sull’obbligo o meno di vaccini prosegue, c’è chi si lancia in vergognosi paralleli, associando ancora una volta la campagna vaccinale alla Shoah. Tra gli ultimi a farlo sui social network, un sindaco della provincia di Alessandria e un deputato ex Cinque Stelle, come racconta la Stampa oggi con un titolo eloquente quanto condivisibile: “Lasciate stare la Shoah”.
Giornalisti spiati. Continuano ad emergere nuovi sviluppi legati al caso Pegasus: il software israeliano che, ha svelato un’inchiesta internazionale, sarebbe stato usato da almeno undici governi per spiare e sorvegliare giornalisti, attivisti, oppositori politici. Tra i paesi coinvolti, anche l’Ungheria. Una notizia che la presidente della Commissione Ue Von der Leyen ha chiesto di verificare. “Ma se è così è completamente inaccettabile”, ha avvertito, lanciando un messaggio al Premier ungherese Orban con cui l’Ue da tempo è ai ferri corti (Corriere della Sera). Ma molti altri paesi, dall’India all’Arabia Saudita sarebbero coinvolti. Repubblica riporta la dichiarazione dell’azienda Nso che ha realizzato il software. “È come un kalashnikov. Lo vendi a qualcuno che può venderlo ad altri. Non lo ritrovi più, ma continua a sparare”. Intanto, come racconta il Foglio, la questione della sicurezza informatica porta allo scontro anche Usa e Cina, con Washington che ha formalmente accusato Pechino di pagare organizzazioni criminali per compiere attacchi contro aziende e istituzioni nei paesi occidentali.
Italia-Israele, collaborazioni spaziali. Officina Stellare, attiva nell’opto-meccanica per aerospazio, ricerca e difesa, ha siglato con l’israeliana Isi un contratto perla fornitura di un payload ottico multispettrale ad altissima risoluzione. Il valore della commessa è di circa un milione di euro e la consegna è prevista per il quarto trimestre del 2022 (Sole 24 Ore).
Libano verso il fallimento. A un anno dalla terribile esplosione al porto di Beirut, Repubblica pubblica oggi un reportage che racconta la tragica situazione in cui si trova l’intero paese. Il titolo è “Bancarotta Libano”: non c’è elettricità, manca cibo, manca la benzina, nessuno investe più. “Un anno fa la maledetta esplosione al porto sembrava potesse dare una scossa alla classe politica rapace che da 40 anni dissangua il Libano. Non è stato così, ed è sempre peggio. I 200 morti, i 6000 feriti, i miliardi di danni alla città sono stati digeriti dai dirigenti-serpenti di questo paese come fossero un topolino indigesto. – racconta il quotidiano – Giovedì scorso il premier incaricato, il sunnita Saad Hariri, ha rinunciato. Era al lavoro da ottobre per fare un governo, ma il presidente cristiano Michel Aoun voleva scegliergli gli 8 ministri cristiani. Hariri ha rifiutato. Il paese affonda, i politici litigano ancora. In Libano ormai è notte anche di giorno”.
Segnalibro. Intervistato da Repubblica, lo scrittore Jonathan Coe racconta il suo ultimo libro Io e Mr. Wilder, ispirato al regista Billy Wilder e al suo Fedora. Alla domanda del perché di questa scelta, Coe spiega: “Perché vi si avverte l’ombra che il nazismo, l’Olocausto e l’antisemitismo hanno lasciato su Wilder e sulla sua generazione. In una conferenza stampa per presentare il film, il regista disse che, se la pellicola avesse avuto successo, sarebbe stato ‘merito di Hollywood’, mentre se fosse stata un fallimento, sarebbe stata la sua `vendetta contro Auschwitz'”. L’idea di scrivere un romanzo su di lui è nata da quella frase”. A proposito di Memoria, su Avvenire lo storico Alberto Cavaglion ricorda invece l’intreccio tra Primo Levi, Dante e la Bibbia. Tanti sono i riferimenti nell’opera leviana a Dante che Cavaglion lancia la proposta di “una tavola di concordanze dantesche, che illumini i destini della intertestualità. Occorrerebbe l’aiuto di una équipe di dantisti seri, disposti a dare una mano. Non è impresa che si possa recare in porto da soli”.
Firenze, torna il Balagan Café. Dal 22 luglio, per ogni giovedì fino al 2 settembre (ad esclusione del 12 agosto), torna la rassegna organizzata dalla Comunità ebraica di Firenze, Balagan Café. “Il Balagan – spiega a la Nazione il presidente della Comunità e direttore artistico Enrico Fink – rappresenta un momento di incontro fra comunità e città, atteso e reso ancor più significativo dai lunghi mesi che abbiamo vissuto, di limitazione alla vita culturale e sociale”.
Daniel Reichel