“Richiami, serve un’accelerata”
Terza dose per tutti, riduzione dei tempi di validità del green pass e revisione delle regole per i tamponi: queste le principali direttrici su cui si starebbe concentrando l’azione del governo. Preoccupa infatti la crescita dei contagi, per quanto più contenuta rispetto alla maggioranza dei Paesi europei.
“Purtroppo – scrive il Corriere – i numeri confermano che siamo nel pieno della quarta ondata. Ieri in Italia i nuovi contagiati da Covid-19 sono stati 7.569, gli ospedali hanno contato 36 vittime e il numero dei ricoverati in terapia intensiva è salito a 458 pazienti. Alto anche il tasso di positività, arrivato a 1,7”. Dal primo dicembre al via richiami per chi ha più di 40 anni. Una tappa di un percorso che “mira a far immunizzare tutti con la terza dose”.
Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, prospetta l’ipotesi non solo di una terza ma anche di una quarta somministrazione. “Noi – spiega al Messaggero – abbiamo uno straordinario laboratorio del mondo che è Israele. In questo Paese nella primavera scorsa si è raggiunta una percentuale piuttosto elevata di vaccinazioni. Poi si è osservato un ‘cedimento’ in termini di protezione soprattutto nei confronti delle infezioni e anche della malattia. Questo ha portato inizialmente Israele a fare una sperimentazione sugli over 60, che ha dimostrato come una dose suppletiva fosse in grado di riportare l’immunità e quindi la protezione a livelli elevati”.
Sul versante di chi al vaccino si oppone, i No Vax, nuove rivelazioni di Repubblica sul nefasto intreccio tra le componenti più facinorose del movimento e Forza Nuova. Un metodo studiato a tavolino che “in almeno tre casi, dalla primavera del 2020 a oggi, ha dato i suoi frutti avvelenati”.
Nelle scorse ore il ministro della Salute Roberto Speranza è tornato a lanciare un appello alla responsabilità: “Chi non si vaccina non aiuta se stesso, gli altri e il paese”. La sfida, ha ribadito, è quella di “accelerare sui richiami”.
Un Gheddafi di nuovo protagonista in Libia. Si tratta di Saif al Islam, secondogenito del Colonnello, tra i candidati alle Presidenziali del 24 novembre. La Stampa lo presenta così: “Buoni studi all’estero, frequentazioni a Londra e persino un canale privilegiato con Israele. Il padre aveva scelto lui per parlare con il nemico, in vista di una ‘normalizzazione’. Poi il bagno di sangue del 2011 ha spazzato via tutto”.
“Oggi Philip Roth verrebbe condannato per appropriazione culturale, poiché fa il ritratto di un nero che ha pelle chiara e si fa passare per un bianco. Ciò non gli verrebbe perdonato”. È quanto sostiene Alain Finkielkraut in una intervista con l’Express di cui il Foglio riporta alcuni brani. Il riferimento è a uno dei suoi ultimi libri, La macchia umana.
Anche il neo sindaco di Napoli Gaetano Manfredi tra i partecipanti al Congresso Nazionale della Federazione Italia-Israele svoltosi ieri nel capoluogo campano. Il Mattino parla di svolta “dopo le polemiche degli ultimi anni tra la comunità ebraica e l’amministrazione guidata da Luigi de Magistris”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(15 novembre 2021)