“Contribuire a crescita del paese,
sfida dell’ebraismo italiano”

La Presidente UCEI Noemi Di Segni è la protagonista della grande intervista-ritratto sull’edizione odierna del Sole 24 Ore a firma Carlo Marroni. Un’occasione per parlare di ebraismo italiano, degli obiettivi del nuovo mandato, dei temi più strategici e urgenti sul tavolo. Sfida tra le più significative, sottolinea Di Segni, è quella di “essere un ponte verso la società civile e come ebraismo contribuire alla crescita dell’Italia, mantenendo la nostra identità”.
A caratterizzare questo sforzo una dedizione costante per “essere comunità, oltre a famiglia e lavoro poter contare anche su questo cerchio di coesione”. Un elemento che si qualifica come “di forza e reciproca protezione: sapere di non essere soli, specie in un momento di grande difficoltà”.
Il Sole 24 Ore definisce Di Segni “una risorsa pubblica, una donna con un incarico di grande impegno e visibilità”, dà evidenza al suo lavoro contro odio e antisemitismo e ricorda come l’UCEI, oltre ad essere il punto di riferimento di “un popolo di 25mila italiani, sparsi in 21 comunità”, sia anche un editore “con una solida redazione giornalistica” presente da molti anni su carta, web e social.

A tutela delle donne. A fine settimana era arrivato il via libera al disegno di legge per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica. Il testo, composto da 11 articoli, è frutto del lavoro delle ministre Bonetti, Lamorgese, Cartabia, Carfagna, Gelmini, Dadone e Stefani. E oggi in prima pagina sul Corriere della Sera Carlo Verdelli prende spunto dalla presentazione del disegno di legge per riflettere in modo più ampio sul ruolo delle donne nella società e l’atteggiamento degli uomini. Questi ultimi, scrive Verdelli, dovrebbero essere maggiormente partecipi della discussione. “Se da qualche parte bisogna ricominciare, e i numeri delle violenze, fermandoci a quelli, dicono che in uno Stato civile bisogna assolutamente ricominciare, un primissimo simbolico passo potrebbe essere quello di condividere, femmine e maschi, la sfida per lo stesso obiettivo: un’Italia meno brutale e più giusta con ogni bambina, ogni ragazza, ogni adulta, ogni anziana che abiti qui”.

Vaccini e richiami. Domani sarà il primo giorno di super green pass e sui quotidiani si discute come saranno applicate le nuove misure. Si parla inoltre di terza dose, con l’immunologo Sergio Abrignani, membro del Cts, che, intervistato dal Corriere, parla d’Israele dove “si è visto che il richiamo ripristina la risposta dell’organismo e corregge il declino della memoria. È stata una buona notizia perché significa che la variante Delta non sfugge alla vaccinazione”. Il Messaggero ricorda che tra due settimane si partirà anche in Italia con l’immunizzazione tra i 5 e gli 11 anni, già “cominciata da tempo negli Stati Uniti e in Israele”. E richiama le parole di Giorgio Palù, presidente di Aifa, secondo cui “la popolazione da 0 a 11 anni in Italia ha 300 casi per 100mila abitanti a settimana, l’incidenza più alta dell’infezione”.

Estremismo no vax. Su l’Espresso si analizza come l’estrema destra in tutta Europa stia usando il fenomeno no vax per alimentare la rabbia e guadagnare consensi. “In Europa – si legge – l’abbraccio tra destra politica e movimento anti-vax è stato oggi relativamente naturale: una parte della popolazione, già impaurita dalla crisi economica, delusa dalla gestione delle ondate migratorie, indebolita dalla crescente disuguaglianza sociale, ha trovato nelle tesi complottiste anti-vaccini diffuse dai politici di estrema destra il modo per riconquistare una sorta di controllo sulla propria vita”.

Eitan a casa in Italia. “È contento e sta bene”. Così lo zio Or Nirko da dietro l’ingresso dell’abitazione alle porte di Pavia, parla del piccolo Eitan Biran, tornato ieri in Italia dopo quasi tre mesi. La zia Aya Biran e i suoi avvocati chiedono che si rispetti la privacy del bambino e che i riflettori si spengano. A riguardo, sgradevole e inutile un passaggio del pezzo sul Giornale di oggi in cui l’autore accenna a una presunta ingratitudine verso i media da parte della famiglia “italiana” perché, a suo dire, “chi oggi reclama lo ‘spegnimento’ dei riflettori sia lo stesso che ieri ne sollecitava ‘l’accensione’”. Il pezzo si conclude poi però con la rassicurazione ai Biran che “nessuna persona coscienziosa (compresi i giornalisti) li ‘disturberà”.

Segnalibro. “Nel suo Ebrei e capitalismo, uscito per Laterza, Francesca Trivellato ci offre un esempio di ottima storiografia imbastita su fraintendimenti e stereotipi”, scrive oggi Giulio Busi sul Domenicale Sole 24 Ore parlando dell’ultimo lavoro della storica, dedicato smontare la leggenda secondo cui gli ebrei avrebbero “inventato le lettere di cambio, con le conseguenti speculazioni”.
La Lettura del Corriere pubblica invece un racconto a firma dello scrittore francese Jean-Michel Guenassia. Questo l’incipit: “Vienna, 1874. La comunità ebraica si riunisce per decidere della sorte del becchino Brokker, sul quale gravano sospetti terribili”.

Daniel Reichel