Il complottismo come forma mentis
Docenti universitari, filosofi, giornalisti, politici, psicoanalisti. Sono ventidue gli intervistati che hanno preso parte all’ultima indagine dell’Osservatorio Antisemitismo della Fondazione Cdec, presentata sul numero di Pagine Ebraiche di gennaio in distribuzione. Attraverso le loro risposte, l’indagine, curata dalla sociologa Betti Guetta, analizza il fenomeno antisemita nella sua complessità e nelle diverse modalità in cui viene percepito nella società italiana.
Se il tema del capro espiatorio è espresso soprattutto dagli intervistati di formazione psicoanalitica e filosofica, la tesi del complottismo, più socioeconomica e politica, racconta Guetta, “viene indicata maggiormente dai sociologi, politici e giornalisti che sottolineano come nei momenti di crisi economica, gli ebrei diventano la ‘la lobby ebraica’, attaccati in virtù della loro presunta potenza economica che manipola e cospira contro il resto del mondo”.
L’antisemitismo si riaggancia così ai “sempre freschi Protocolli dei Savi di Sion”, un ripescaggio di antichi stereotipi sul denaro, il potere, l’infidia ebraica. L’idea della “potenza misteriosa” sostenuta dall’insieme di stereotipi e pregiudizi legati alla potenza socioeconomica che circondano il mondo ebraico alimenta posizioni antisemite.
“Non c’è dubbio che c’è anche una classe dirigente ebraica che è anche molto legata al mondo finanziario e che quindi ancor di più fa risaltare queste connessioni”.
“Oggi l’antisemitismo passa per teorie complottistiche di cui è pieno internet. Le teorie complottistiche sono tutte riducibili all’antisemitismo, più o meno, e alla matrice dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion. E quindi lì c’è proprio una matrice chiara ed evidente che è una forma dell’antisemitismo”.
“[…]‘Siete più ricchi e avete potuto comprare prima il vaccino, il capo della Pfizer è un ebreo di
Salonicco legato alla Memoria della Shoah perché i suoi genitori erano sopravvissuti e, guarda caso, avete avuto il vaccino prima degli altri’…”.
“C’è un elemento forse ancora più profondo: quando tu non riesci a capire un fenomeno hai bisogno di dire che c’è un grande complotto globale che va ad intaccare la tua identità”.
“C’è sempre stato, già da prima delle persecuzioni antiebraiche, come piccolo pregiudizio campanilistico. Ha una sua stagionalità. Va sott’acqua, diciamo. E poi riemerge nei momenti di crisi. Non a caso nei periodi di difficoltà tutti i complottisti in generale rispuntano, perché le loro sono risposte facili a domande difficili”.
“’La finanza mondiale è in mano a persone di origine ebraica, o di religione ebraica’: questo mi sembra uno dei pregiudizi, forse il pregiudizio, che io sento più diffuso. Mi sembra che una parte del rancore sociale si basi su questo”.
(Le immagini che accompagnano il Dossier Antisemitismo di Pagine Ebraiche sono tratte dal catalogo della mostra “Saul Steinberg Milano New York” curata da Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari e realizzata insieme alla casa editrice Electa)