Ucraina, spiragli di dialogo
La strada diplomatica per risolvere la crisi ucraina non si è ancora esaurita, raccontano i quotidiani oggi. I titoli di apertura dedicati alle tensioni tra Kiev e Mosca parlano infatti di spiragli e “intese ancora possibili”. In particolare a risuonare sono state le parole del ministro degli Esteri Sergey Lavrov pronunciate in un vertice televisivo con il presidente Vladimir Putin: “credo che le nostre possibilità siano lungi dall’essere esaurite”, ha detto Lavrov, riferendosi ai negoziati della Russia con l’Occidente. “Proporrei di continuarli e intensificarli”. Un’apertura che lascia margini di trattativa al cancelliere tedesco Olaf Scholz, che oggi incontrerà Putin. Scholz ha già tolto dal tavolo uno dei temi di contrasto, spiega Repubblica: l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. E anche il presidente Zelenskij a riguardo ha parlato di “porta aperta” che “forse resterà per noi un sogno”. Intanto gli Stati Uniti continuano a cautelarsi e a lanciare messaggi di preoccupazione con la decisione di spostare l’ambasciata da Kiev a Leopoli. L’eventuale invasione potrebbe partire dalla Bielorussia, spiega La Stampa, dove i soldati di Mosca hanno fatto esercitazioni congiunte con quelle di Minsk.
Contro Mosca, il piano Ue. La Commissione europea sta redigendo una lista di sanzioni per colpire la Russia in caso la situazione sul fronte ucraino si complichi. E sta analizzando le possibili contromosse di Mosca. A raccontarlo, La Stampa che spiega come tre siano gli ambiti più delicati: energia, compagnie aeree e la possibile crisi umanitaria. Secondo il direttore del Foglio Claudio Cerasa la prova di forza con la Russia può essere un’opportunità per l’Unione europea di rafforzarsi. “È il gas che impedisce lo scontro Mosca-Ue”, spiega invece Avvenire.
Mondo senza leadership. “Gli Usa evitano di imbarcarsi in guerre lontane, l’Europa pensa alla situazione ucraina. Intanto in Asia, Sud America e Africa le tensioni si moltiplicano”, scrive l’analista Ian Bremmer sul Corriere, elencando i diversi conflitti in corso nel mondo. E spiegando che “non esiste un’unica superpotenza né un’alleanza in grado di tenerli sotto controllo”.
Usa e razzismo. Il Super Bowl, l’evento sportivo dell’anno negli Stati Uniti, è stata anche l’occasione per richiamare il problema del razzismo. Lo raccontano Corriere e Stampa, rimarcando in particolare il gesto del cantante Eminem, inginocchiatosi sul palco in solidarietà con Colin Kaepernick. Il giocatore di football prima delle partite faceva quel gesto durante l’inno per protestare contro il razzismo e ha ispirato un intero movimento.
Ivan Reitman (1946-2022). Fatto Quotidiano e Repubblica ricordano la figura del produttore e regista Ivan Reitman, scomparso all’età di 75 anni e autore di diverse popolari commedie americane: da Animal House a Ghostbusters. Nato nell’odierna Slovacchia, era figlio di ebrei ungheresi. La madre Klara era sopravvissuta ad Auschwitz, il padre Ladislav fu membro della Resistenza. I due dopo la guerra si trasferirono in Canada.
Segnalibro. Sarà presentato nel pomeriggio a Roma il libro Scuola negata. Le leggi razziali del 1938 e il liceo E.Q. Visconti (Biblion) a cura di Romana Bogliaccino, in cui viene documentata la storia dei 58 studenti ebrei espulsi dal Visconti a causa delle leggi razziste. A raccontare il volume, Repubblica Roma che dà voce anche ai ricordi di Roberto Della Seta, il cui padre Piero fu tra gli espulsi dal liceo. Sul Corriere Paolo Mieli invece si sofferma sul saggio di Florian lilies L’amore al tempo dell’odio (Marsilio) che “dimostra che autori, filosofi e pittori, presi dalle loro vicende private, non videro il baratro in cui l’Europa stava precipitando per via dell’aggressività di Hitler”.
Storia e responsabilità. Per Vittorio Feltri (Libero) il fascismo è “morto e sepolto, non è più un pericolo da combattere anche solo a titolo preventivo”, ma sarebbe solamente “una ossessione della sinistra”. Nell’articolo Feltri condanna le leggi razziste, l’entrata in guerra, ma poi si lascia andare alla retorica del fascismo che ha fatto anche cose buone: “Negli Anni Venti, il Duce sale al potere con facilità irrisoria e, per quanto egli sia ostile a qualsiasi forma democratica, governa bene ottenendo risultati lusinghieri, che non elenco essendo noti a chiunque minimamente informato”.
Daniel Reichel